Il Senato, dove Michel Barnier dispone di un'ampia maggioranza, assumerà mercoledì il controllo del bilancio, con l'esame in commissione Finanze di questa parte “entrate”.
I deputati sono chiamati ad un voto solenne martedì intorno alle 16.30 sulla prima parte del bilancio dello Stato 2025, dedicata alle entrate. Questo aspetto potrebbe essere respinto dall'Assemblea nazionale, prima che il Senato lo riprenda in mano mercoledì.
Ma la versione sottoposta al voto non ha più nulla a che vedere con il testo presentato da Michel Barnier all’inizio di ottobre: dopo le vittorie ottenute dalle opposizioni, in particolare dalla sinistra, si sono votati miliardi di entrate aggiuntive, e respinte diverse misure faro (sanzione automobilistica, imposta sui dividendi, sovrattassa sull'elettricità, ecc.). Al punto da realizzare questa prima parte”Compatibile con NFP», secondo il presidente del comitato finanziario Eric Coquerel (LFI).
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Ma se la sinistra si prepara a votare, questo non è il caso del campo governativo (macronisti di LR), che è indignato per un “qualsiasi cosa fiscale“. In teoria, le truppe della coalizione Barnier sono più numerose di quelle del Nuovo Fronte Popolare, suggerendo una bocciatura in caso di buona mobilitazione nell'emiciclo, dove ogni deputato presente potrà votare per un assente. E questo, anche se il Raggruppamento Nazionale decide all'ultimo momento di astenersi.
Se l'entrata venisse bocciata, il testo nella sua versione iniziale andrebbe direttamente al Senato. Se ci fosse l’adozione, invece, la Camera non si prenderebbe alcuna responsabilità”spese» dello Stato, con scadenza fissata al 21 novembre. In questa fase il governo non intende comunque attivare l’articolo 49.3, preferendo”dare libero sfogo al dibattito“, spiega un ministro.
Il Senato ai blocchi di partenza
Non lontano dal Palazzo Borbone, il Senato attende con impazienza di impossessarsi del bilancio. Lo farà mercoledì, con l'esame in commissione Finanze di questa stessa sezione “entrate”.
Michel Barnier ha un'ampia maggioranza alla Camera alta con quasi 250 senatori su 348, di cui circa 130 nel gruppo Les Républicains, la famiglia del primo ministro… E questo intende avere un peso.
«Riteniamo che il Senato avrà un posto diverso nel dibattito. Credo che abbiamo un ruolo da svolgere, per dimostrare che il bicameralismo è più utile di quanto pensiamo», rileva il relatore generale sul bilancio Jean-François Husson (LR), che intende «rimettere una cornice» in relazione ai molteplici provvedimenti votati in Assemblea. Pur promettendo di rilasciare “diversi miliardi di risparmi».
«Al Senato siamo in una stanza in cui ci sistemiamo, con un dialogo più consensuale e negoziato», Apprezza un ministro fiducioso. La Camera dei Territori rischia ancora di dare filo da torcere all'esecutivo sul bilancio destinato agli enti locali, stimato in almeno cinque miliardi nel progetto di governo, e anche molto di più secondo i calcoli degli eletti locali…