Mehbès: un nuovo attacco terroristico del Polisario contro i civili, in risposta un drone FAR

Mehbès: un nuovo attacco terroristico del Polisario contro i civili, in risposta un drone FAR
Mehbès: un nuovo attacco terroristico del Polisario contro i civili, in risposta un drone FAR
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La scelta del momento voleva essere simbolica: la celebrazione del 49° anniversario della Marcia Verde nel cuore del Sahara marocchino. L’attacco ha preso di mira i civili accorsi in gran numero per partecipare ad una cerimonia dedicata nella città di Mehbès, nella provincia di Assa-Zag, sabato 9 novembre. E l’obiettivo ovvio era quello di provocare quante più vittime possibile. È così che elementi della milizia armata in mano ad Algeri del Polisario hanno sparato almeno quattro proiettili, che sono caduti non lontano dal luogo della cerimonia. La sparatoria è stata effettuata da quattro veicoli fuoristrada provenienti da est del muro difensivo.

Non sono state segnalate vittime. I responsabili dell’attacco terroristico sono stati tutti neutralizzati grazie all’intervento delle Regie Forze Armate che hanno schierato allo scopo un drone. Tra loro, un alto leader del gruppo terroristico Polisario, di nome Abdelaziz Ould Bariya, e i suoi compagni. La milizia separatista controllata dal regime di Algeri ha rivendicato l’attacco ma ha fatto attenzione a non prendere di mira i civili. Le immagini, tuttavia, non necessitano di alcun commento. Ricorderemo che dopo un breve momento di paura seguito all’attacco, i partecipanti a questa cerimonia si sono alzati rapidamente, cantando “Il Sahara è nostro» e «Un solo re, Mohammed VI».

Questo attacco ricorda quello avvenuto a Es-Semara nella notte tra il 28 e il 29 ottobre. Colpendo nuovamente i quartieri civili della città nel sud del Marocco, questo attacco ha provocato 1 morto e 3 feriti, di cui 2 gravi, oltre a perdite materiali. Il Polisario ha deciso, il 13 novembre 2020, di rompere unilateralmente il cessate il fuoco concluso nel 1991 sotto l’egida dell’ONU. Se fino ad ora le sue minacce hanno avuto poca eco, e ancor meno impatto sul terreno, il fronte sembra voler sferrare un attacco, questa volta prendendo di mira le popolazioni civili.

Leggi anche: Terrorismo nel Sahel: il coinvolgimento di Algeri e del Polisario documentato dalle agenzie governative

Questa nuova escalation criminale arriva quando l’ultima risoluzione 2756 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul Sahara, adottata il 31 ottobre, ha invitato sia l’Algeria che il suo vassallo, il Polisario, a evitare atti che comprometterebbero il processo politico. Nella sua risoluzione, il Consiglio di Sicurezza “prende atto con profonda preoccupazione della rottura del cessate il fuoco, ricordando la proposta della MINURSO del febbraio 2024 di cessare le ostilità ed evitare qualsiasi atto che metta in pericolo la pace e la sicurezza, e incoraggiando il pieno rispetto di tale cessazione delle ostilità“. Meglio ancora, impegna direttamente la responsabilità del Polisario in questa violazione. A questo proposito il Consiglio di Sicurezza”prende atto degli impegni assunti dal Fronte Polisario nei confronti dell’ex inviato personale“. Ovviamente, la milizia e i suoi ordinatori intendono perseverare nella loro cecità.

Invece di riportare alla ragione il regime confinante e i suoi delegati, l’insistenza del Consiglio di Sicurezza sulla necessità di cogliere il recente slancio per portare avanti la questione sta facendo impazzire gli avversari del Marocco. Nella sua risoluzione 2756, il consiglio “accoglie con favore il recente slancio e ci esorta a utilizzarlo per raggiungere una soluzione politica reciprocamente accettabile”leggiamo. QED: momentum è un chiaro e chiaro riferimento alla dinamica internazionale a favore dell’autonomia come unica soluzione al conflitto. L’ultima potenza ad aver aderito è la Francia che, per voce del suo Presidente della Repubblica, ha dichiarato e confermato il suo sostegno alla sovranità del Marocco sul Sahara e il suo sostegno all’opzione autonomia come unica via d’uscita dal conflitto.

Dopo aver perso completamente la guerra politica e diplomatica, Algeri e i suoi delegati si stanno dirigendo verso un’altra opzione: la ferocia e il terrorismo.

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