Tutu Puoane, Il suono della terra, Parigi, 2024

Tutu Puoane, Il suono della terra, Parigi, 2024
Tutu Puoane, Il suono della terra, Parigi, 2024
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31 maggio 2024.

Figura sulla scena jazz belga da circa vent’anni, la cantante di origine sudafricana Tutu Puoane, responsabile di diversi album a suo nome e in collaborazione con diversi musicisti e orchestre locali, era finora passata inosservata al pubblico francese.

La sua partecipazione, sul palco e su disco, al collettivo Black Lives ha attirato l’attenzione sulla sua musica, e l’uscita lo scorso marzo dell’album “Wrapped In Rhythm” ha rafforzato questo interesse, che si è materializzato in questo primo concerto parigino sotto il suo nome, che è tenutosi nell’accogliente sala del Son de la Terre, una chiatta ormeggiata a pochi passi da Notre-Dame – la cantante noterà anche che è la prima volta che si esibisce su una barca…

Per questo recital incentrato sul repertorio del suo nuovo album, che mette in musica le poesie dell’artista sudafricano Lebogang Mashile, Tutu Puoane è accompagnata dai suoi musicisti abituali, tutti presenti in questa registrazione: il pianista Ewout Pierreux (con cui è sposata), il bassista Clemens van der Feen e il batterista Dottor Pallemaertsuna figura di spicco della scena jazz belga avendo registrato in particolare con Joe Lovano, Philip Catherine, Bill Carrothers, Yusef Lateef e i fratelli Belmondo.

L’ingresso sul palco avviene senza grandi cerimonie – apparentemente non c’è un vero e proprio backstage – e il cantante esordisce con il primo pezzo dell’album, Terra di specchi rotti. Non nasconde il piacere di esibirsi per la prima volta sotto il suo nome a Parigi, soprattutto perché l’evento coincide con il suo compleanno! L’intero repertorio proposto questa sera è composto dalle poesie di Lebogang Mashile, musicate dal cantante insieme a Ewout Pierreux, ad eccezione di un titolo la cui musica è composta da Clemens van der Feen. Se buona parte dei brani provengono da “Wrapped In Rhythm”, altri sono ancora inediti, come il bellissimo Quando amiamoe dovrebbero apparire in un secondo volume registrato con la Metropole Orkest all’inizio del 2025.

La presenza scenica di Puoane è discreta, soprattutto perché a volte deve appoggiarsi ai movimenti della chiatta! –, ma le sue interpretazioni e il suo repertorio seducono rapidamente un pubblico che non veniva necessariamente per lei (la sala funge anche da ristorante). Anche se a volte evoca Myriam Makeba – in particolare quando canta brevemente in xhosa, la lingua parlata in particolare nella provincia del Capo Orientale, con i suoi clic caratteristici – Puoane presenta, come nel disco, il suo universo pulito, privo di cliché ed eccessivamente riferimenti marcati. È ben aiutata nel suo compito dal suo trio, con grande coesione, che fa di tutto per mettere in risalto il suo canto. Su alcuni titoli, tra cui il magnifico Insieme, condivide anche il canto con il suo pianista. Senza un backstage in cui scomparire dopo il set principale, non è previsto un vero e proprio bis, ma l’entusiasmo del pubblico convince il cantante a concludere con una delle canzoni più belle del disco, Dall’esterno verso l’internocon il quale si identifica visibilmente.

Considerata la qualità della musica suonata questa sera, è possibile immaginare che questa prima visita dei Tutu Puoane su un palcoscenico francese sia lungi dall’essere l’ultima.

Testo : Federico Adriano
Foto © Joe Farmer/RFI

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