nelle Lande, il re-confinamento dei palmati tra “mazza” e fatalismo

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De-mail e messaggi di testo. È attraverso questi due mezzi che la Camera dell'Agricoltura delle Landes ha contattato gli allevatori per comunicare loro che era giunto nuovamente il momento di riconfinare le mosche d'acqua. All'origine di questa decisione, un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale questo venerdì 8 novembre che innalza la soglia di rischio legata all'influenza aviaria da “moderato” ad “alto”, determinando l'automaticità di questa decisione.

Addio, allora, pollame, anatre e oche che sgambettano all'aria aperta nei verdi prati. Non così semplice. “Con il clima mite e le temperature miti non sarà facile dare rifugio agli animali. È una realtà tecnica dell'allevamento. Le anatre si sono abituate a stare all'aperto”, afferma la presidente della Camera dell'Agricoltura delle Landes, Marie-Hélène Cazaubon. “È normativo, è necessario”, si accontenta di dire in una forma di fatalismo. Quest'ultimo precisa però che sarà “responsabilità di ciascun allevatore: se verranno effettuati controlli da parte dei servizi dello Stato, tutti dovranno rispondere”.


Marie-Hélène Cazaubon è la presidente della Camera dell'Agricoltura delle Landes.

archivi Thibault Toulemonde / SO

Mentre il dipartimento delle Landes è colpito da un caso di influenza aviaria, scoperto mercoledì 6 novembre a Saint-Étienne-d'Orthe, il presidente, anche lui allevatore, spera ancora che “prima o poi, grazie al vaccino che lo rende Se è possibile ridurre significativamente la diffusione del virus, possiamo autorizzare gli allevatori a lasciare la loro produzione all'aperto per un percorso ridotto. Lo speriamo, in ogni caso. Ed è così che misureremo anche l’efficacia del vaccino”.

Nessun massacro

Per quanto riguarda il Movimento per la Difesa delle Famiglie Agricole (Modef), la storia è ovviamente diversa. Se Mélanie Martin, presidente del sindacato delle Landes, si rallegra di constatare che “non c'è stata alcuna campagna di macellazione preventiva” come avviene generalmente, critica tuttavia un certo modo di produzione che tende al “gigantismo”. “Per noi, il caso di Saint-Étienne-d'Orthe è una vera sorpresa, un duro colpo per i produttori”, constata. Soprattutto perché ci stiamo preparando per le celebrazioni di fine anno. Ci auguriamo che questo rimanga un caso isolato. »


Mélanie Martin è la presidentessa di Modef nelle Landes.

archivi Thibault Toulemonde / Sud Ovest

Il responsabile di Modef 40 ritiene che la vaccinazione – obbligatoria ed efficace da più di un anno – debba essere accompagnata da “misure di dedensificazione”: “Dobbiamo approfondire questa questione. Nell'esempio di Saint-Étienne-d'Orthe, l'allevamento aveva subito un rinvio della macellazione a causa della scarsa domanda dei consumatori. Risultato: i produttori hanno chiesto di conservarli più a lungo e quindi questo ha aumentato il rischio di contagio. » Il dibattito storico non ha ancora finito di generare inchiostro.

Tuttavia, i consumatori possono stare certi che la produzione di foie gras è tornata a livelli soddisfacenti. Dovrebbe dunque essercene qualcuno sulle tavole per i festeggiamenti di fine anno.

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