l'essenziale
Un uomo di 20 anni è stato condannato mercoledì 6 novembre dal tribunale dell'Ariège per aver violentato una giovane donna quando erano entrambi minorenni al momento dei fatti.
Quasi tre ore di riflessione e poi se ne sono andate. Si conclude così il primo fascicolo dell'ultima sessione d'assise dell'Ariège del 2024 alla corte di Foix. Un giovane dell'Ariégeois è stato condannato a due anni di libertà vigilata, con obblighi di cura, lavoro o formazione e risarcimento dei danni e divieto di contatto con la vittima.
Era sotto processo per stupro nei confronti di quest'ultima ed è stato quindi processato da lunedì 4 novembre a ieri, mercoledì 6 novembre. All'inizio dell'udienza era stato deciso che la pubblicità del procedimento sarebbe stata limitata: cioè, poiché l'imputato e la vittima erano minorenni all'epoca dei fatti, l'udienza non si sarebbe tenuta in pubblico per tutelarli, e che la restrizione sarebbe stata revocata al momento del verdetto.
Nella decisione interviene la scusa della minoranza
Durante quest'ultima, pronunciata in pubblico, il tribunale e i giurati hanno deciso che il giovane era sì colpevole di stupro, ma che all'epoca dei fatti soffriva di un disturbo psicologico che gli impediva di discernere. Hanno inoltre ritenuto necessario applicare una sanzione penale piuttosto che una misura educativa, dato che il giovane oggi ha più di vent'anni, ma la scusa della minoranza vale anche nella misura in cui all'epoca era minorenne.
La sanzione si concretizza quindi in due anni di sospensione probatoria, quando la procura generale aveva chiesto un fermo di sei mesi accompagnato da tre anni di sospensione. “Si è detto che lei era colpevole perché la vittima non era in grado di acconsentire all'atto sessuale, mentre lei era consapevole dell'anormalità della sua situazione. Ma noi abbiamo ritenuto che lei fosse minorenne all'epoca dei fatti, che lei di non avere molta vita o esperienza sessuale, di avere un percorso di vita estremamente doloroso… Tutto questo è stato preso in considerazione nella nostra riflessione”, ha indicato la presidente, Madame Ratinaud.
Nel corso dell'udienza civile che ne è seguita, la ventenne è stata anche condannata a pagare 12mila euro a titolo di risarcimento alla vittima, per riparare il danno morale subito.