Il Regno del Marocco ha consolidato la sua posizione sulla scena internazionale salendo al 52° posto nell’International Property Rights Index (IPRI) 2024. Con un punteggio di 5,2 su 10, il Marocco guadagna una posizione rispetto all’anno precedente, affermando la sua supremazia tra i Paesi del Maghreb e posizionandosi all’8° posto nella regione Medio Oriente e Nord Africa (MENA).
Pubblicato dall’Alliance for Property Rights, IPRI 2024 copre 125 paesi, che rappresentano il 93,4% della popolazione mondiale e il 97,5% del PIL mondiale. Il punteggio medio è leggermente sceso a 5,18, segnando un calo dello 0,53% rispetto all’anno precedente. Questo calo è principalmente attribuibile ad una diminuzione dell’1,5% nella componente Legal and Political Environment (LP) e ad una diminuzione dello 0,31% nei diritti di proprietà. fisica (PPR). Tuttavia, la componente relativa ai Diritti di Proprietà Intellettuale (DPI) ha mostrato un leggero recupero pari allo 0,19%.
La Finlandia continua a occupare il primo posto nell’indice con un punteggio di 8,1, illustrando prestazioni eccezionali nell’ambiente legale e politico (LP) con 8,7 e nei diritti di proprietà fisica con 8,5. Gli Stati Uniti dominano la categoria Diritti di proprietà intellettuale con un punteggio di 8,6, seguiti dal Regno Unito con 7,7 e dall’Austria con 7,66. Singapore passa al secondo posto assoluto con un punteggio di 7,94, evidenziando diritti di proprietà fisica particolarmente forti con un punteggio di 8,25.
Il Marocco, dal canto suo, ha saputo imporsi classificandosi al 52° posto nel mondo, risalendo di una posizione con un punteggio di 5,2 su 10. Questa prestazione lo colloca al primo posto tra i paesi del Maghreb e all’ottavo posto nelle dinamiche regionali. del Medio Oriente e del Nord Africa. La Tunisia è al 72° posto con un punteggio di 4,7, seguita dall’Algeria al 97° posto con circa quattro punti, e la Mauritania al 118° posto. La Libia, dal canto suo, è assente da questa valutazione, così come il Sud Africa e l’Egitto rispettivamente al 59° e 87° posto.
Per quanto riguarda gli indicatori specifici, il Regno ha registrato una media di 4,1 punti per la valutazione del contesto politico e giuridico relativo alla protezione dei diritti di proprietà, 5,5 punti per i diritti di proprietà fisica e un punteggio di 6,1 per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale.
Secondo il rapporto, il calo dei punteggi medi in generale evidenzia le continue sfide associate alla protezione dei diritti di proprietà a livello globale. Quest’anno, 89 paesi hanno visto un calo nel loro punteggio IPRI, mentre 35 paesi hanno visto dei guadagni. Tra le osservazioni degne di nota, la Nigeria ha registrato un aumento del 4,4%, mentre Montenegro e Haiti hanno subito riduzioni significative rispettivamente di -6,05% e -6,02%.
Dal punto di vista demografico, l’83% della popolazione mondiale risiede in paesi con punteggi IPRI da bassi a medi, il che rivela che molti individui continuano ad affrontare difficoltà a causa dell’insufficiente protezione dei loro diritti umani. Quest’anno è stata introdotta anche la componente Gender Equality (GE), che si è tradotta in un punteggio medio di 7,91, segnando un miglioramento del 9,6% rispetto al 2023.
Le questioni economiche legate ai diritti di proprietà sono importanti. I risultati di quest’anno confermano le tendenze precedenti, dimostrando che la libertà economica è intrinsecamente legata alla tutela dei diritti di proprietà. In assenza di quadri giuridici solidi, le nazioni compromettono il loro potenziale economico e si trovano ad affrontare sfide economiche considerevoli.