Si tratta di un caso “esteso”, secondo il termine della Procura, che sta giungendo alla conclusione. Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre si è svolto il processo contro 18 membri di un'importante rete di migranti verso l'Inghilterra dal nord della Francia tra il 2020 e il 2022. “Gli imputati non sono volontari che aiutano il loro vicino ma commercianti di morte”, aveva accusato il pubblico ministero, descrivendo canoe cariche di passeggeri “fino a 15 volte la loro capacità teorica”.
La condanna più pesante è stata comminata ad un iracheno di 26 anni: 15 anni di reclusione con due terzi della pena cautelare e mandato di rinvio a giudizio. Sospettato di aver controllato l'intera rete della sua cella in Francia, gli è stata comminata anche l'interdizione permanente dal territorio francese e una multa di 200.000 euro.
Vestito con un gilet trapuntato nero e sfoggiando una barba scura, ascoltava con calma dietro una scatola di vetro la pronuncia della sua sentenza. Già condannato due volte per favoreggiamento del soggiorno illegale, era stato espulso dall'udienza il terzo giorno di processo in ottobre dopo aver minacciato gli interpreti.
Tutti gli imputati condannati
Gli altri 17 imputati, tra cui una donna, sono stati condannati a pene da uno a dodici anni di reclusione e ad una multa fino a 150.000 euro. Tutti sono stati condannati all'interdizione permanente dal territorio. Sono stati emessi mandati di arresto contro nove di questi imputati condannati in contumacia.
Il tribunale ha inoltre ordinato la confisca dei beni: diverse migliaia di euro in contanti, una berlina tedesca, la restituzione di documenti d'identità olandesi, britannici, iracheni o canadesi.
Dal 2018 il fenomeno delle traversate illegali della Manica a bordo di piccole imbarcazioni ha continuato a crescere, con un numero sempre crescente di migranti in canoa. Naufragi e fughe mortali hanno reso il 2024 l’anno più mortale dall’inizio di questo fenomeno, con almeno 60 morti fino ad oggi nei tentativi di traversata.