Il Parlamento vallone, un grande transatlantico alla deriva… sulla Mosa

Il Parlamento vallone, un grande transatlantico alla deriva… sulla Mosa
Il Parlamento vallone, un grande transatlantico alla deriva… sulla Mosa
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Tuttavia, questa vicenda avrà comunque causato la caduta dell’ufficio, l’organo di governo del Parlamento vallone. Questa sarà dunque stata rinnovata e da quest’ultima si attendono diversi atti importanti. Si trattava innanzitutto di ripristinare la trasparenza delle decisioni prese dall’ufficio. Fino ad allora, tendeva a mantenere un’opacità inquietante per chi si interessava alla cosa pubblica. Da allora l’ufficio presieduto da André Frédéric (PS) – che ha sostituito Jean-Claude Marcourt – ha iniziato a comunicare regolarmente con la stampa. Le buone notizie. Sfortunatamente le informazioni spesso non erano di grande interesse. E anche se le aggiudicazioni degli appalti pubblici vengono ormai comunicate alla stampa, gli importi di questi non vengono mai quantificati. Questo però è stato uno dei problemi evidenziati per i lavori di ampliamento…

Nonostante tutto ciò, uno degli argomenti importanti che il nuovo ufficio avrebbe dovuto affrontare non ha prodotto risultati impressionanti. L’obiettivo è quello di riformare lo status degli agenti. I funzionari dell’anagrafe beneficiano in particolare di un apprezzabile piano di fine carriera, per il quale non esistono altri equivalenti in questo paese. Uno dei motivi addotti per giustificare le denunce contro il commesso – vedremo ovviamente cosa diranno i tribunali – riguarda una riforma dello statuto degli agenti che Frédéric Janssens avrebbe dovuto realizzare. Una riforma resa obbligatoria dopo un controllo dell’Onss presso i servizi del Parlamento.

Il regime di fine carriera nel Parlamento vallone

Tuttavia, anche dopo la cancellazione di Frédéric Janssens dall’anagrafe, e anche dopo la sua definitiva esclusione da parte dell’Ufficio di presidenza, il progetto di riforma degli statuti ha continuato a porre problemi interni. Anche se la nuova sede si era impegnata a riportare la serenità all’interno dei servizi, così non è stato. Un certo numero di agenti erano indignati per il destino loro riservato. Alla fine, la riforma è stata comunque convalidata senza incidere sulla fine della carriera. Su questo argomento è stato addirittura commissionato un terzo studio giuridico. Il lavoro spetterà quindi all’ufficio che sarà insediato dopo le elezioni del 9 giugno. Anche in questo caso la trasparenza è attesa da tempo.

È stato inoltre adottato un nuovo organigramma. Prima c’erano quattro direzioni, quattordici servizi e tre cellule, la nuova organizzazione prevede sei direzioni (due in più), dieci servizi (quattro in meno) e cinque cellule (due in più). Su questo argomento non è stata fatta alcuna comunicazione verso l’esterno. Per trasparenza, torneremo.

Infine bisogna parlare anche dei deputati. Coloro che verranno eletti dopo il voto del 9 giugno continueranno a beneficiare dell’aiuto di 2,5 collaboratori. Saranno quindi sempre gli unici deputati del Paese a beneficiare di una squadra del genere. Alla Camera ogni eletto ha 1,15 dipendenti. Precisiamo che nel 2017, dopo un articolo di stampa in cui si apprendeva che alcuni deputati utilizzavano i loro collaboratori per compiti molto lontani da quelli previsti da loro (babysitting, pulizie, ecc.), i partiti si sono impegnati con impegno a chiarire i contorni di questo status del collaboratore parlamentare. Alla fine non è successo davvero nulla.

Riforma dello statuto degli agenti del Parlamento vallone: ​​il Consiglio del personale procrastina

Segnaliamo infine che i deputati che non saranno rieletti avranno diritto all’indennità parlamentare. Ma anche ad un servizio offerto dal Parlamento vallone. Ovvero l’aiuto di un’azienda specializzata nella riclassificazione professionale. E se questo aiuto permette loro di trovare rapidamente un nuovo lavoro, manterranno i benefici? Certo. Stessa cosa per i deputati che saranno ammessi alla pensione. Beneficeranno come gli altri del loro compenso di uscita. E allora ci sorprendiamo, parliamo di un divario crescente, di un disincanto nei confronti della cosa pubblica, di un aumento degli estremi…

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