Da lunedì la Svizzera vive di credito in campo energetico – rts.ch

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La Svizzera ha esaurito tutte le sue risorse naturali per il resto dell’anno, matematicamente parlando. Secondo il Global Footprint Network, entro la fine dell’anno il Paese avrà consumato 2,5 volte più risorse rispetto alla quota disponibile a livello globale.

Sarebbero necessari più di due pianeti Terra se tutti vivessero come la popolazione svizzera. Il consumo svizzero è insostenibile e “viviamo a scapito delle generazioni future e di altre regioni del mondo”, ha scritto giovedì Greenpeace in un comunicato stampa.

L’organizzazione ambientalista utilizza i dati del “Global Footprint Network”, che analizza l’impronta ecologica nella maggior parte dei paesi. Il suo metodo è validato dagli Uffici federali di statistica (UST), dello sviluppo territoriale (ARE), dell’ambiente (UFAM) e del Dipartimento della cooperazione e dello sviluppo (DDC).

Il “giorno dell’overshoot”

L'”Overshoot Day” evidenzia lo squilibrio tra l’impronta ecologica pro capite della Svizzera e la biocapacità globale. Questo stile di vita è possibile solo attraverso l’importazione di risorse naturali e lo sfruttamento dei beni comuni globali come l’atmosfera.

Quasi due terzi dell’impronta ecologica della Svizzera sono riconducibili al consumo di energia fossile. Il fabbisogno di terreni coltivati, foreste e prati naturali (prati) rappresenta il 31% dell’impronta ecologica totale.

Consumo eccessivo

Nel 2022 l’impronta ecologica globale pro capite ha superato di 1,1 gha la biocapacità globale disponibile pro capite. Questa media, però, nasconde differenze significative nel consumo di risorse: la maggior parte dei paesi industrializzati consuma più di due pianeti Terra, mentre i paesi del subcontinente indiano, del Sud-Est asiatico e dell’Africa ne consumano meno di uno.

L’impronta pro capite della Svizzera si aggira intorno alla media dei paesi dell’Europa occidentale. E altri paesi stanno ancora andando molto peggio. Qatar, Lussemburgo, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrein, Estonia, Brunei, Lettonia, Mongolia, Belize, Stati Uniti, Canada, Danimarca, Oman, Belgio e Lituania hanno consumato più di 4 volte la biocapacità globale disponibile.

Il metodo

L’impronta ecologica è una sorta di “contabilità delle risorse”. L’uso delle risorse naturali è sostenibile purché l’impronta ecologica non superi la biocapacità.

Ma l’impronta ecologica non misura tutto e ignora lo stato delle riserve di risorse naturali. Inoltre non tiene conto della distruzione degli ecosistemi o delle risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili, della perdita di biodiversità, del consumo di acqua dolce o addirittura dell’inquinamento dovuto a metalli pesanti o alle emissioni di sostanze inquinanti difficilmente degradabili.

ats/miro

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