Le assicurazioni sociali al centro dei dibattiti sotto la cupola federale

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Chiave di volta


Abolizione delle rendite per i figli, esportazione delle rendite straordinarie d’invalidità o addirittura diritto al ricongiungimento familiare: durante la sessione estiva, che si terrà a Berna dal 27 maggio al 14 giugno, i parlamentari dibatteranno su diversi temi che toccano da vicino gli Svizzeri all’estero.

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27 maggio 2024 – 09:38

La battaglia politica per finanziare i 13e La rendita dell’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (AVS), accettata nelle votazioni federali del 3 marzo, è in pieno svolgimento.

L’Unione Democratica del Centro (UDC/destra conservatrice) è determinata a limitare la spesa per il sistema pensionistico in altri settori. Il principale partito del paese attacca quindi specificamente le pensioni pagate ai pensionati (soprattutto uomini) con figli minorenni o figli in formazione e residenti all’estero.

Nella sessione estiva il Consiglio nazionale deciderà su due mozioniLink esterno del deputato dell’UDC Andreas Glarner, che propongono di denunciare e rinegoziare le convenzioni di previdenza sociale stipulate con diversi Paesi per escludere il pagamento delle pensioni per i figli. Sono interessati la Tailandia, le Filippine, la Turchia, il Brasile, la Repubblica Dominicana nonché gli Stati dell’ex Jugoslavia.

Le rendite per i figli sono già sospese perché il Consiglio nazionale (Camera bassa) ha deciso di abolirle del tutto durante la sessione primaverile. Una decisione che dovrà ancora essere confermata dal Consiglio degli Stati (Camera alta).

Complessivamente queste indennità costano alla Confederazione circa 230 milioni di franchi all’anno, ovvero solo una piccola parte delle somme versate dall’AVS (quasi 50 miliardi di franchi in totale). Negli ultimi decenni, tuttavia, il numero dei beneficiari è aumentato notevolmente, soprattutto al di fuori dei confini svizzeri. Oggi ricevono questo aiuto circa 32.000 persone, un terzo delle quali vive all’estero.

Andreas Glarner ritiene che questa situazione porti spesso ad abusi. “Questo regolamento consente ad alcuni espatriati di finanziare la propria vita all’estero. I beneficiari residenti all’estero riconoscono così i figli lì come propri per ottenere gli assegni”, spiega.

Il governo, però, raccomanda al Consiglio nazionale di respingere il testo degli eletti dell’Udc. Ricorda che le condizioni che danno diritto alla pensione sono già oggetto di un esame approfondito e rigoroso per evitare abusi. Inoltre, agli occhi del Consiglio federale, denunciare le convenzioni sarebbe sproporzionato e ciò non raggiungerebbe l’obiettivo delle mozioni.

>> L’abolizione delle pensioni per i figli avrebbe un impatto sulla diaspora:

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Cosa significherebbe per la Quinta Svizzera l’abolizione delle rendite per i figli

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08 marzo 2024

Il Consiglio nazionale si è espresso a favore dell’abolizione delle rendite per i figli. Una misura che colpirebbe anche i pensionati svizzeri all’estero.

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Oggetto di una mozione sono anche i beneficiari di una rendita svizzeraLink esterno che sarà discusso in Consiglio degli Stati. Il senatore centrista Beat Rieder chiede al Consiglio federale di aumentare le rendite AVS per i bisognosi. Il testo è stato tuttavia presentato prima del voto popolare a favore dei 13e pensione di vecchiaia e dovrebbero quindi essere rapidamente sepolti.

Ostacolo alla mobilità o salvaguardia?

In Consiglio Nazionale si discuterà anche delle pensioni straordinarie di invaliditàLink esterno. Questi vengono corrisposti alle persone che soffrono di disabilità dalla nascita o prima dei 20 anni. Questi ultimi non possono contribuire all’Assicurazione Invalidità (AI) da tre anni, il minimo richiesto per avere diritto alla pensione ordinaria, ma possono ricevere una pensione straordinaria in misura fissa.

Tuttavia, la legge vieta il pagamento di tali rendite all’estero. Le persone che ne beneficiano sono costrette, in linea di principio, a restare domiciliate in Svizzera se vogliono continuare a ricevere una somma dalla quale spesso dipendono per vivere.

La deputata socialista Barbara Gysi ritiene la situazione ingiusta. “Ciò può dar luogo a casi drammatici, ad esempio quando cittadini svizzeri beneficiari di una rendita d’invalidità straordinaria desiderano stabilirsi in un altro Paese, ma possono farlo solo se continuano a percepire la pensione”, scrive in una mozione. Il suo testo chiede al governo di consentire l’esportazione delle pensioni straordinarie di invalidità.

L’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE) sostiene la mozione, ritenendo che la situazione attuale costituisca un ostacolo alla mobilità internazionale che deve essere eliminato. Tuttavia il Consiglio federale si oppone. Senza il divieto di esportazione di questi servizi, ritiene tra l’altro che le persone potrebbero essere tentate di entrare in Svizzera al solo scopo di ottenere una rendita.

Gli svizzeri discriminati in patria

I deputati si esprimeranno anche sulla discriminazione contro gli svizzeri nel loro Paese, di cui abbiamo già parlato qui.

I cittadini svizzeri all’estero che decidono di rientrare nel Paese con i propri familiari non beneficiano degli stessi diritti dei cittadini dell’Unione Europea e dei Paesi EFTA (Associazione Europea di Libero Scambio) in termini di ricongiungimento familiare.

Ciò significa, ad esempio, che un cittadino dell’UE domiciliato in Svizzera e sposato con un cittadino di uno Stato terzo può portare in Svizzera i suoi suoceri. Tuttavia questo diritto non è concesso ad una donna svizzera che si trovi nella stessa situazione.

Un’iniziativa parlamentareLink esterno dell’ex deputato socialista Angelo Barrile vuole porre fine a questa disparità di trattamento. Il governo è favorevole, così come l’OSE.

Questioni fiscali

Il Consiglio degli Stati deve ancora approvare una modifica alla convenzione con la Francia contro le doppie imposizioni, già accolta dal Consiglio nazionale.

Ciò è molto importante poiché consente principalmente di regolamentare le condizioni di tassazione del telelavoro per i lavoratori transfrontalieri. Secondo un accordo tra Berna e Parigi, i lavoratori frontalieri in Svizzera sono tenuti a pagare l’imposta preventiva sull’intero stipendio, a condizione che non svolgano più del 40% del loro lavoro annuale in telelavoro. I senatori dovrebbero inoltre approvare una convenzione tra Svizzera e Slovenia, volta ad evitare la doppia imposizione. Il progetto ha già superato il Consiglio nazionale e ha soddisfatto gli ambienti economici.

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