Dibattito sulla criminalizzazione dell’omosessualità in Senegal: il nuovo diversivo dell’opposizione

Dibattito sulla criminalizzazione dell’omosessualità in Senegal: il nuovo diversivo dell’opposizione
Dibattito sulla criminalizzazione dell’omosessualità in Senegal: il nuovo diversivo dell’opposizione
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Indebolita dalla perdita del potere e dai diversi scandali rivelati dai rapporti degli organi pubblici di controllo tra cui l’Ofnac e la Corte dei Conti, la nuova opposizione sembra trovare nel dibattito sull’omosessualità un’ancora di salvezza. Infatti, dopo l’uscita del presidente del partito Pastef, Ousmane Sonko, per di più primo ministro su questo tema, in reazione alle dichiarazioni di Jean Luc Mélenchon, presidente del Movimento della France Insoumise durante la loro conferenza congiunta su “il futuro in le relazioni tra Africa e Francia”, tenutasi all’UCAD II il 16 maggio, l’opposizione è in piena espansione.

I sostenitori del vecchio regime stanno imponendo la loro agenda ai loro successori nello Stato? Questa domanda ha senso alla luce della direzione che sta prendendo il dibattito attuale sulla controversa questione della criminalizzazione dell’omosessualità in Senegal. Agitato dai sostenitori del vecchio regime che si sono scatenati dopo l’uscita del presidente del partito Pastef, Ousmane Sonko, tra l’altro primo ministro, su questo tema in reazione alle dichiarazioni di Jean Luc Mélenchon, presidente di La France Insoumise Durante la conferenza congiunta sul “futuro delle relazioni tra Africa e Francia”, tenutasi all’UCAD II il 16 maggio, questo dibattito ha finalmente preso piede nell’arena pubblica. Mentre gran parte dell’opinione nazionale attende l’esito che sarà riservato alle decine di dossier trasmessi alla Giustizia dagli organi pubblici di controllo tra cui la Corte dei Conti e l’Ofnac nell’ambito dei rapporti che l’ex presidente Macky Sall aveva messo sotto esame controllo, i suoi sostenitori sembrano più determinati che mai a relegare la questione della responsabilità in secondo piano.

Conseguenze: da diversi giorni, il dibattito sulle conclusioni di questi rapporti che riguardano l’appropriazione indebita di diversi miliardi di fondi pubblici e la vendita di terreni sulla costa di Dakar e in alcune località del paese, ha lasciato il posto a questo nuovo dibattito sulla criminalizzazione dell’omosessualità in Senegal sostenuta per la maggior parte da ex funzionari del precedente regime. Questi ultimi, attraverso la stampa, moltiplicano dichiarazioni e altri atti di condanna di quello che definiscono un dietrofront da parte dell’attuale primo ministro Ousmane Sonko, il quale si era “impegnato ad approvare una legge che criminalizza l’omosessualità” e si è messo in affari grazie a questa accoglienza da parte di il presidente del Movimento La France Insoumise in Senegal. C’è chi, come l’attivista Bah Diakhate, è andato anche oltre, con dichiarazioni che non hanno lasciato indifferente il pubblico ministero che è intervenuto ordinandone l’arresto e che la nuova opposizione sembra voler usare come pretesto per lanciare l’operazione di resurrezione politica dopo la debacle di 24 marzo.

Dall’ex ministro delle Forze Armate Oumar Youm all’ex deputato e primo presidente del gruppo parlamentare Bby, Moustapha Diakhaté, passando per Abdou Mbow, attuale presidente del gruppo parlamentare Bby, l’ex ministro portavoce del governo Seydou Guèye e il suo collega dell’ex governo, Pape Malick Ndour, tutti sono in armi non solo contro l’arresto del loro “compagno”, ma anche per esigere dall’attuale capo del governo il rispetto del suo impegno di criminalizzare l’omosessualità in Senegal.

L’ufficio dell’Assemblea nazionale respinge la proposta di legge sulla criminalizzazione dell’omosessualità in Senegal

Basti ricordare che lo scorso dicembre 2021, undici deputati tra cui Mamadou Lamine Diallo, Moustapha Guirassy, ​​Cheikh Bamba Dièye e Alioune Souané avevano presentato sul tavolo dell’Ufficio dell’Assemblea nazionale un disegno di legge volto a riformare il comma 3 dell’articolo 319 del il codice penale. Secondo Moustapha Guirassy, ​​che ha partecipato alla sua stesura, questo testo mirava a lottare contro ogni perversione nello spazio pubblico. “Queste persone dovrebbero rispettare la società in cui vivono e fare ciò che vogliono in privato. La libertà ha i suoi limiti”, ha detto. Preparato in collaborazione con il collettivo And Samm Jikko Yi (Insieme per la salvaguardia dei valori, in wolof), fondato da diverse associazioni islamiche tra cui la ONG islamica Jamra, questo testo mira quindi a inasprire le pene che puniscono l’omosessualità in Senegal.

Tuttavia, decidendo su questa proposta, l’ufficio dell’Assemblea nazionale sotto il controllo del vecchio regime ha respinto il testo ancor prima della fase plenaria. In un comunicato stampa reso pubblico il 25 dicembre 2021, Aymérou Gningue, allora presidente del gruppo parlamentare (di maggioranza) Benno bokk yakaar, definì questo disegno di legge un “falso dibattito” “con obiettivi politici non riconosciuti in questa preelezione delle elezioni locali del 23 gennaio 2022”. A loro volta Ababacar Mboup, coordinatore nazionale e Samm Jikko Yi hanno risposto accusando i membri dell’ufficio dell’Assemblea di aver superato le loro prerogative impedendo l’esame del testo in plenaria.

Nando Cabral GOMIS

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