Diabetico, Giovanni cerca aiuto per procurarsi un microinfusore nonostante il rifiuto dell’INAMI: “Tra 5000 e 6000 euro per comprare il microinfusore”

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Soprattutto perché lo sono tutti i medici che lo seguono “unanime”: la pompa per insulina sarebbe “la logica continuazione” visto il numero di iniezioni a cui deve sottoporsi quotidianamente. Tuttavia l’INAMI rifiuta di approvare questo trattamento, poiché John soffre di diabete di tipo 2 e questa soluzione è riservata ai diabetici di tipo 1.

L’approvazione dell’INAMI consentirebbe di beneficiare del rimborso di tali apparecchiature. In questo modo l’ospedale riceve un budget per l’acquisto e la gestione delle apparecchiature, compreso il microinfusore, per fornirle al paziente. “L’INAMI mi ha spiegato che non c’è alcuna possibilità di ottenere un’esenzione. In ogni caso questa non è all’ordine del giorno”. si lamenta.

John ha deciso di fare appello alle donazioni per poter accedere a una pompa per insulina, poiché il costo è esorbitante. Il primo anno gli servirebbero tra gli 8.000 e i 9.000 euro: “O tra 5.000 e 6.000 euro per acquistare la pompa, e tra 2.000 e 3.000 euro per i costi annuali legati al catetere, all’insulina e agli accessori”, lui crede. Una cifra che John, nel bel mezzo di un cambio di carriera, non può coprire da solo.

Diabete di tipo 1 e di tipo 2, quali sono le differenze?

Come spiega il professor Régis Radermecker (Ospedale universitario di Liegi), presidente dell’Associazione del diabete, esistono due tipi di diabete. “Il diabete di tipo 1, che spesso inizia in giovane età, è incurabile e richiede grandi dosi giornaliere di insulina. I livelli di zucchero nel sangue fluttuano notevolmente e devono essere stabilizzati”. precisa, aggiungendo che tra i trattamenti disponibili, “Ci sono le iniezioni o il microinfusore, quest’ultimo rimborsato ai pazienti con diabete di tipo 1, perché le fluttuazioni dei livelli di zucchero nel sangue sono particolarmente difficili da controllare.”

Il diabete di tipo 2, invece, che riguarda la maggioranza dei pazienti diabetici, può presentarsi in diversi stadi: alcuni possono essere curati con l’igiene alimentare, altri con farmaci assunti per via orale, mentre in alcuni casi più avanzati sono necessarie iniezioni di insulina. “In alcuni casi, un paziente con diabete di tipo 2 può aver bisogno di diverse iniezioni di insulina al giorno, proprio come un paziente con diabete di tipo 1,” spiega il professor Radermecker.

Tuttavia, quando il trattamento non viene rimborsato, “esiste la possibilità di fare apposita richiesta al Collegio dei Direttori Sanitari dell’INAMI con cartella clinica adeguatamente documentata.” Questo dossier deve dimostrare che la pompa è una buona opzione terapeutica, che esistono prove scientifiche solide e che non esistono altre alternative disponibili in Belgio.

Sono possibili diversi scenari: in alcuni casi, il file viene rifiutato immediatamente se non è sufficientemente supportato. In altre situazioni più complesse, l’INAMI può avvalersi del parere di esperti indipendenti. Finalmente, “in alcuni casi estremi, le autorità possono accettare una richiesta per il bene del paziente”, dice il presidente dell’Associazione del diabete.

Per quanto riguarda i dispositivi e le cure rimborsabili, si precisa che, a determinate condizioni, “sensori che ti permettono di non pungerti più il polpastrello, insulina e altre terapie” può essere coperto. Il professore sottolinea che il Belgio “è uno dei paesi in cui rimborsiamo il maggior numero di cure per il diabete nel mondo, con criteri estremamente severi.”

Quando viene rimborsata la pompa?

L’INAMI, pur non potendo ovviamente pronunciarsi su un singolo caso, desidera comunque ribadire alcuni punti essenziali per quanto riguarda il rimborso del trattamento con microinfusore.

“Il rimborso per il trattamento con microinfusore non è limitato ai pazienti affetti da diabete di tipo 1” come spiega Sandrine Bingen, dell’unità comunicazioni dell’INAMI. “È previsto un rimborso specifico per bambini e adolescenti affetti da diabete di tipo 1 o 2, iperinsulinismo o ipoglicemia organica”.

Per gli adulti, “Il rimborso si applica principalmente alle persone con diabete di tipo 1 o a quelle appartenenti al gruppo A della convenzione generale di autogestione del diabete per adulti, il cui trattamento convenzionale non ha portato ad una sufficiente regolazione della glicemia”, aggiunge. Inoltre, le donne diabetiche in gravidanza o che pianificano una gravidanza, “possono essere ammessi anche i diabetici che sono già stati sottoposti a un trattamento con pompa durante l’infanzia o l’adolescenza e che devono continuare questo trattamento, o i diabetici di tipo 1 con condizioni di lavoro specifiche, uno stile di vita irregolare o che corrono un rischio specifico”, specifica Sandrine Bingen.

Sono interessati dal rimborso del microinfusore anche i diabetici di tipo 1 con estrema sensibilità all’insulina nonché i diabetici che si preparano per un trapianto di pancreas.

In Belgio la porta non è mai completamente chiusa per la proroga di un rimborso

Inoltre, i gruppi di pazienti idonei al rimborso del trattamento con microinfusore sono stati definiti in consultazione con specialisti di diabetologia. “Naturalmente, come per qualsiasi trattamento, in Belgio la porta non è mai completamente chiusa per l’estensione del rimborso”, cita però il portavoce dell’INAMI.

Qualora gli specialisti ritengano necessario ampliare la platea dei pazienti beneficiari, dovranno presentare una richiesta formale, descrivendo con precisione il profilo dei pazienti interessati. In questo caso, “Se venisse presentata una proposta in tal senso, essa verrebbe ovviamente esaminata in modo approfondito e scientifico per quanto riguarda il sostanziale valore aggiunto del trattamento con microinfusore per il gruppo di pazienti in questione e la sua necessità per il trattamento del diabete” , aggiunge.

Per fare questo, lo è “cruciale” disporre del budget necessario per estendere questo tipo di rimborso. Lo ha ricordato “L’INAMI riceve numerose richieste di proroga del rimborso per ogni tipo di assistenza medica”. Di conseguenza, “scelte sociali” sono necessari per determinare quali priorità dovrebbero essere date in termini di assistenza.

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