La fotografia scolastica sta diventando troppo eccentrica? I professionisti di Cantal denunciano la concorrenza sleale

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Le foto di classe stanno diventando un po’ troppo bizzarre? In ogni caso, questo è ciò che dicono diversi fotografi di Cantal. Deplorano che alcuni loro colleghi non rispettino le regole. E denunciare una forma di concorrenza sleale. Avvicinamento.

Non si tratta di una regola decretata da Henri Cartier-Bresson, ma di una circolare pubblicata nel giugno 2003 da Jean-Paul de Gaudemar, alto funzionario dell’Educazione Nazionale.

La presente circolare (un testo amministrativo situato all’ultimo gradino della gerarchia delle norme) n. 2003-091 è stata inviata a tutti i rettori, agli ispettori delle accademie e ai capi degli istituti.

Trattore o dinosauro

Vent’anni dopo è ancora autentico. E stabilisce in bianco e nero che nel momento decisivo il fotografo deve mostrare “il bambino nel suo quadro di lavoro”. Deve quindi creare un ritratto “dello studente, in una situazione scolastica, in classe”.

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Secondo Jean-Michel Peyral e altri fotografi con un negozio nel Cantal – cioè con un proprio locale commerciale con studio – alcuni dei loro colleghi vanno oltre i limiti. A scuola, durante la sessione dedicata, ad esempio, immortalano i bambini con in mano un trattore in miniatura o un giocattolo di dinosauro. Per non parlare dello sfondo della composizione, saturo di tutti i tipi di animali imbalsamati… Secondo loro non c’è assolutamente nulla di “scolastico” in queste pose e in queste ambientazioni.

Concorrenza sleale

Con sede a Mauriac, Jean-Michel Peyral denuncia lì una forma di concorrenza sleale. “La scuola preferirà un ritratto in studio e non prenderà il fotografo che resta sotto i riflettori. E la famiglia dello studente che dovrà fare un ritratto in studio non impiegherà il fotografo del quartiere”, ingrandisce.

Jean-François Ferraton, fotografo a Saint-Flour, è d’accordo. “Noi qui non ci muoviamo… Ma in alcune regioni i colleghi si ribellano al fotografo che non rispetta le norme”, sottolinea.

L’Accademia fa centro

L’Accademia non si pronuncia sull’argomento. “I nostri servizi non intervengono nell’organizzazione delle foto scolastiche”, licenziano l’Ispettorato che sottolinea, giustamente, che la circolare n. 2003-091 specifica chiaramente che “solo un’associazione legata alla scuola, in particolare la cooperativa scolastica, può effettua un ordine » per le foto.

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Contattata a sua volta, l’associazione dipartimentale dell’Ufficio centrale per la cooperazione scolastica (OCCE) spiega di non essere stata allertata, fino ad oggi, dai suoi membri. Secondo lei, questo tipo di controversia “mette gli uni contro gli altri i professionisti della fotografia scolastica e non spetta a noi porci come arbitri di una situazione del genere”.

Romain Blanc

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