Lo Stato belga, tramite il ministro dell’Interno, porta Sudinfo in tribunale e chiede un provvedimento incostituzionale: censura preventiva nel caso Qatargate

Lo Stato belga, tramite il ministro dell’Interno, porta Sudinfo in tribunale e chiede un provvedimento incostituzionale: censura preventiva nel caso Qatargate
Lo Stato belga, tramite il ministro dell’Interno, porta Sudinfo in tribunale e chiede un provvedimento incostituzionale: censura preventiva nel caso Qatargate
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Il gruppo mediatico Sudinfo non ha voluto pubblicizzare questa sorprendente vicenda in corso: contro di essa è stata presentata una denuncia legale dal ministro degli Interni, Annelies Verlinden.

Mercoledì mattina, alla radio BX1, Ricardo Gutierrez, segretario generale della Federazione europea dei giornalisti, è stato interrogato sulle recenti decisioni giuridiche che impongono una censura preventiva su alcuni media: il caso delle dichiarazioni razziste del presidente di Vooruit, Conner Rousseau, che ha pagato la prezzo per VTM e Het Laatste Nieuws. E il divieto di pubblicare un articolo su Le Soir, la settimana scorsa, relativo al candidato alle elezioni Maxime Degey, designato poco dopo futuro sindaco dagli elettori di Verviers.

Ricardo Gutierrez ha menzionato il dossier Sudinfo/Verlinden su BX1, cosa che ha spinto l’agenzia di stampa Belga a interrogare Sudinfo per saperne di più sulla vicenda. Il gruppo Sudinfo ha scelto di esprimersi sull’argomento attraverso il presente comunicato stampa.

Sudinfo è quindi oggetto di una denuncia congiunta, presentata in procedimento sommario dallo Stato belga, tramite il Ministro degli Interni, e un funzionario dello Stato. Senza entrare nei dettagli del dibattito, che desideriamo lasciare nelle mani della giustizia, questa denuncia non manca di sorprendere poiché il ministro dell’Interno chiede diverse misure al gruppo Sudinfo: la cancellazione di cinque pubblicazioni online, distribuite tra i mesi di novembre 2023 e giugno 2024, relativi all’indagine Qatargate. Ancora più sorprendente è che il ministro dell’Interno chiede al tribunale di mettere al bando il gruppo Sudinfo.eventuali pubblicazioni simili in futuro” “pena il risarcimento forfetario di una somma valutata ex aequo et bono in euro 50.000”.

Un dispositivo che solleva interrogativi poiché la richiesta del Ministro dell’Interno è semplicemente incostituzionale in quanto attenta alla libertà di stampa, pur essendo garantita dall’articolo 25 della Costituzione che recita: “La stampa è libera; la censura non potrà mai essere stabilita“.

È ipotizzabile che qualcuno intraprenda un’azione legale per vietare un articolo che lo riguarda. Ma che un ministro federale intraprenda una simile procedura con la speranza di ottenere una censura eterna sulle pubblicazioni che ritiene “simili” a quelle che contesta, merita senza dubbio una riflessione ai massimi livelli dello Stato, in un paese democratico come il Belgio , che ha inserito nella propria Costituzione la libertà di stampa e il divieto di censura.

Ricordiamo che il divieto di trasmissione imposto in primo grado a VTM e HLN lo scorso anno è stato annullato lo scorso marzo dalla Corte d’appello di Gand che ha ricordato nella sua decisione “divieto di censura” in Belgio. Nonostante ciò, il ministro degli Interni ha presentato una denuncia simile contro Sudinfo quattro mesi dopo.

Sudinfo si batterà per garantire la libertà di stampa in questa nuova vicenda. E confidiamo nella giustizia.

Il giudice Annelies Verlinden

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