Sostegno ai Comuni: i prefetti di Friburgo vogliono comprendere meglio il loro ruolo

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I sette prefetti del cantone hanno insistito martedì, durante la loro conferenza stampa annuale, sul loro doppio cappello

Nicolas Kilchoer (a destra) ha sottolineato l’importanza di sostenere i comuni nel lavoro delle prefetture. ©Charly Rappo

Nicolas Kilchoer (a destra) ha sottolineato l’importanza di sostenere i comuni nel lavoro delle prefetture. ©Charly Rappo

Pubblicato il 07.05.2024

Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Consigliano tanto quanto monitorano. Riuniti martedì a Bulle, in occasione della loro conferenza stampa annuale, i sette prefetti del cantone hanno scelto di puntare sul sostegno ai comuni. Questo importante compito delle prefetture è spesso sconosciuto ai cittadini.

“Abbiamo davvero questo doppio cappello: siamo lì per aiutare, ma anche per agire se non funziona”, sottolinea il prefetto di Broye Nicolas Kilchoer, che attualmente presiede la Conferenza dei prefetti.

Ruolo consultivo

“Svolgiamo davvero un ruolo di autorità locale.” I prefetti spiegano che rispondono quotidianamente agli eletti locali o ai membri delle amministrazioni. Le domande riguardano temi diversi come il rapporto con i cittadini, il management, lo svolgimento di assemblee o l’organizzazione delle elezioni. I prefetti sono coinvolti anche nella formazione degli eletti, ad esempio sul diritto edilizio. “Spesso preferiamo rispondere a domande a monte piuttosto che aprire indagini amministrative”, ha continuato Nicolas Kilchoer, prima di concentrarsi sui mezzi disponibili in termini di sorveglianza municipale.

Per quanto riguarda l’indagine preliminare, il magistrato Broyard sottolinea che essa consente di fare il punto della situazione. “Stiamo cercando di vedere se è necessario agire ulteriormente”. L’indagine preliminare merita di essere chiarita, secondo il collega François Genoud. “Questa nozione è molto utilizzata, ma si trova solo nei regolamenti di attuazione, dove appare una sola volta”, osserva il prefetto di Veveyse. Sottolinea l’importanza di questo passaggio che spesso richiede più tempo di quanto previsto dalla legislazione.

Se non si trova alcuna soluzione, viene aperta un’indagine amministrativa. Al termine dell’indagine si possono adottare diverse misure, come ammonire un eletto comunale, trasmettere il fascicolo alla Procura della Repubblica, riorganizzare il Consiglio comunale, modificare la posizione del curatore o addirittura trasferire il fascicolo al Consiglio. di Stato. Quest’ultimo può, se necessario, licenziare un consigliere comunale o porre il comune sotto controllo.

“È un sistema giuridico che secondo noi funziona abbastanza bene”, nota il magistrato Broyard. «Oggi, su 126 comuni del Cantone, ne abbiamo una decina in difficoltà», spiega. “Si tratta di una percentuale relativamente bassa, che corrisponde alle difficoltà riscontrate altrove nel mondo degli affari”.

“Quando interveniamo, non puntiamo al perfetto funzionamento, ma al funzionamento del comune, perché nessun comune, servizio o prefettura funziona perfettamente”, commenta Lise-Marie Graden. Il prefetto di Sarine precisa a parte che la consegna del rapporto finale dell’indagine amministrativa al Consiglio comunale di Bulle è prevista per la fine di giugno. È su questa base che ordinerà la chiusura delle indagini scegliendo “le misure che le sembrano opportune”.

L’indagine del curatore

Nicolas Kilchoer ricorda che i fiduciari, i presidenti delle associazioni intercomunali o dei consigli generali condividono alcune di queste competenze con i prefetti. “Un fiduciario può anche aprire un’indagine amministrativa se ritiene che ci sia un problema nel suo comune.” Anche se “poco utilizzata”, questa prerogativa è stata recentemente utilizzata dal curatore di Estavayer-le-Lac, che ha aperto un’indagine preliminare nell’ambito del conflitto che lo oppone ad un altro eletto (nostra edizione del 27 marzo) . “Trovo responsabile che ci assumiamo la responsabilità di aprire un’indagine preliminare a questo livello”, saluta in disparte il magistrato. Ricorda che la relazione istruttoria sarà presentata all’intero Consiglio Comunale. “A volte dimentichiamo che gli eletti comunali possono agire a monte senza ricorrere al prefetto”.

“A volte dimentichiamo che gli eletti comunali possono agire a monte”
Nicolas Kilchoer

Il prefetto di Broye cita anche l’esempio del comune di Gletterens, oggetto di un’indagine amministrativa condotta dal suo luogotenente in qualità di investigatore. Questo comune è allo stesso tempo affiancato da un mentore nella persona di Willy Schorderet, ex prefetto di Glâne. Un ruolo di mentore apprezzato, poiché consente di distinguerlo dal ruolo di supervisore del prefetto. “Il mentoring è forse una funzione che potremmo inserire nella base giuridica”, ritiene Nicolas Kilchoer.

Porte aperte

I prefetti hanno fatto il punto anche sull’anno trascorso. “Abbiamo un aumento delle ordinanze penali e dei ricorsi contro le decisioni comunali”, osserva Nicolas Kilchoer. “C’è una certa litigiosità o “legalizzazione” della società”.

Ricordando che il prefetto è l’unico eletto regionale, Lise-Marie Graden ha sottolineato “la forza” di questa istituzione tra comuni e Stato. Il suo omologo della Gruyère, Vincent Bosson, aggiunge: “Poiché sempre più questioni sono regionali, è logico consolidare questo livello”.

I prefetti vogliono tendere la mano anche alla popolazione. Il prefetto di Singine, Manfred Raemy, ha precisato che ogni prefettura organizzerà una giornata di porte aperte a partire dall’autunno. L’idea: presentare i diversi compiti delle prefetture e delle associazioni regionali.

>https://www.fr.ch/diaf/pref/faits-marquants-et-chiffres-cles-la-conference-des-prefets

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