Traffico internazionale di anguille: il DIC smantella la rete senegalese

Traffico internazionale di anguille: il DIC smantella la rete senegalese
Traffico internazionale di anguille: il DIC smantella la rete senegalese
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La Divisione Investigativa Penale (DIC) ha smantellato una rete internazionale di traffico di anguille senegalesi. Secondo una nota ricevuta da Sud Quotidien, “Diverse persone sono state arrestate e interrogate, tra cui un cittadino cinese, contro il quale è stato emesso un mandato di arresto internazionale, e che potrebbe essere oggetto di una richiesta di estradizione da parte della Francia. Sono state effettuate numerose perquisizioni che hanno permesso di raccogliere prove preziose e di sequestrare una grande quantità di attrezzature utilizzate dalla rete della tratta (condizionatori, depuratori, ossigenatori, bacinelle, congelatori, ecc.)”.

La fonte precisa che la ONG EAGLE-Senegal, che lotta contro il traffico di specie selvatiche in Africa, ha fornito assistenza e sostegno anche a questo caso fornendo alla Polizia giudiziaria senegalese, attraverso la Divisione investigativa criminale (DIC ), le informazioni in suo possesso sulle azioni di l’organizzazione criminale in Senegal.

Infatti, si legge nel documento, una delegazione guidata da un giudice istruttore francese ha soggiornato in Senegal, dal 28 al 30 aprile 2024, per indagare sulle ramificazioni africane del traffico internazionale di specie protette, anguila anguila (anguilla cieca europea). L’indagine è iniziata nel febbraio 2023, in seguito alla scoperta da parte della Direzione delle operazioni doganali (DOD) francese di un magazzino situato nella regione parigina che conteneva più di 300 kg di anguille (anguille), destinate ad essere inviate in Senegal. Nell’ambito delle indagini affidate al Servizio investigativo giudiziario finanziario francese (SEJF), altri sequestri sono stati effettuati da funzionari doganali all’aeroporto di Roissy.

“L’indagine ha rapidamente stabilito che il Senegal è stato probabilmente utilizzato come paese di rimbalzo per queste specie protette la cui destinazione finale era l’Asia, richiedendo quindi la cooperazione tra i due paesi. È in questo contesto che il giudice istruttore francese ha trasmesso una richiesta di assistenza giudiziaria internazionale alle autorità giudiziarie senegalesi in conformità con la Convenzione di mutua assistenza giudiziaria tra Senegal e Francia. indica la stessa fonte.

E da constatare che gli elementi raccolti durante l’esecuzione della Commissione Rogatoria Internazionale (CRI) lo hanno reso possibile “confermano le prime indagini. La collaborazione tra gli investigatori senegalesi del DIC e quelli francesi ha permesso di stabilire che le anguille cieche catturate in Francia venivano trasportate dall’aeroporto di Roissy nel bagaglio da stiva di contrabbandieri di diverse nazionalità asiatiche (cinesi e malesi). Dopo una permanenza di circa 3 settimane in vasche appositamente progettate all’interno di magazzini alla periferia di Dakar, le anguille cieche venivano riesportate a Hong Kong tramite trasporto aereo. Il passaggio attraverso l’Africa ha permesso di nascondere la reale origine delle anguille cieche e di eludere le norme legate all’esportazione delle anguille cieche (anguila anguila) protette dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (. CITES), dichiarando fraudolentemente la merce come un’altra specie non protetta».

Il Senegal regolamenta già il possesso, la circolazione, la commercializzazione, l’importazione e l’esportazione di specie selvatiche, in particolare grazie al Codice della caccia e della fauna selvatica e alla sua adesione nel 1977 alla Convenzione di Washington, CITES. Secondo la legge, nessuna specie selvatica può essere oggetto di import-export illegale in Senegal senza subire conseguenze legali.

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