Violenza sessuale, 6 anni di carcere per il nonno 78enne in Seine-Maritime

Violenza sessuale, 6 anni di carcere per il nonno 78enne in Seine-Maritime
Violenza sessuale, 6 anni di carcere per il nonno 78enne in Seine-Maritime
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Editoriale Gournay-Forges

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9 ott. 2024 alle 15:26

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Pubblico carico di emozione questo Martedì 8 ottobre 2024 alla corte di Dieppe. Al bar uno Uomo di 78 anni che è accusato di violenza sessuale nei confronti di coloro che lo consideravano loro nonno del cuore da quando viveva con la nonna.

Nonno accusato di violenza sessuale

Seduto mano nella mano sul banco delle parti civili, l’ due cugini vittime di questi fatti più di 20 anni fa per l’uno e 11 anni per il secondo, portano dentro di sé l’ trauma che vivevano.

Cronologicamente si conoscono per primi i fatti più recenti. Si sono svolti nel 2013 a St Pierre d’Oléron. Louise (i nomi sono stati cambiati) aveva allora 7 anni. Resta con la nonna ma ha un ictus e deve essere ricoverata in ospedale.

Il bambino si ritrova solo con il “nonno” che, quella stessa sera, lo invita a venire a guardare la televisione nel suo lettino. L’uomo, allora 67enne, avrebbe fatto scivolare la mano sui vestiti della bambina poi sotto prima di andare oltre. Si rende subito conto della gravità del suo gesto e chiede alla bambina di non dire nulla.

Ma alla fine si aprirà con un membro della famiglia. E in questa occasione, Marie (nome cambiato), una cugina, perché non sopporta che Louise venga considerata una bugiardolo dichiara anche lei, quando era piccola Dal 2002 al 2005è stato vittima delle azioni di colui che viene chiamato “il vieux »in famiglia. Aveva instaurato una sorta di relazione romantica, baciando la bambina sulla bocca, strusciandosi regolarmente contro di lei.

L’imputato ammette i fatti al tribunale di Dieppe

Inizialmente l’imputato contesterà i fatti ma li riconoscerà al foro, compresi quelli più gravi, il che porterà alla condanna tribunale porre la domanda su un possibile rinvio a corte d’assise.

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Io Julia, legale delle vittime, spiega che queste ultime, per sperare di ricostruirsi una vita, hanno voluto che il caso fosse giudicato oggi davanti al tribunale di Dieppe.

Se l’uomo dice poco dei fatti, le due giovani donne ne spiegano ancora oggi le conseguenze sulla loro vita.

Quindi Marie non sopporta che suo figlio possa chiamare suo padre nonno. Questo è il termine che ha usato per definire l’uomo che oggi è sul banco degli imputati. Menziona anche la rrelazioni sentimentali disturbate e poi il fatto di non poter più vedere la nonna. Quest’ultima infatti, molto sminuita, continua a convivere con l’imputato e a dipendere molto da lui.

15mila euro e sei anni di carcere

Io Julia, per quanto riguarda le due giovani donne, spero che questa udienza possa aiutarle a farlo ricostruire e si compiace che, riconoscendo i fatti, l’imputato eviti che essi continuino a essere considerati bugiardi. Per ciascuno di loro chiede 15mila euro di risarcimento danni.

Il che è lungi dal rappresentare il danno che hanno subito e che subiranno per tutta la vita.

Avvocato per parti civili

IL sostituto procuratore della Repubblica sottolinea che i fatti, già sordidi, sono aggravati dal vincolo morale legato all’età delle vittime e al vincolo familiare che le univa agli imputati. Prevede una pena di 48 mesi di reclusione, di cui 30 mesi con sospensione probatoria di due anni, l’obbligo di assistenza psicologica, il divieto di contatto con le vittime, il divieto di svolgere qualsiasi attività legata ai minori per 10 anni e l’iscrizione all’albo. nel fascicolo degli autori di reati sessuali.

Me Amisse precisa che le dichiarazioni del suo cliente in udienza non sono ammissioni circostanziali.

Prende la misura di ciò che ha fatto

L’avvocato dell’imputato

Sottolinea anche che la responsabilità di altri adulti può essere messa in discussione, ritenendo che se la madre di Marie, che ne era a conoscenza ben prima del 2013, avesse allertato i tribunali, la piccola Julie sarebbe stata risparmiata. Infine, chiede che la decisione presa dal tribunale tenga conto della situazione della moglie dell’imputato che ha bisogno di lui per vivere.

I giudici non hanno risposto a questa richiesta. E come ha indicato il presidente, hanno innanzitutto tenuto conto della gravità dei fatti andando oltre le richieste della Procura. Hanno deciso di mandare l’imputato a 6 anni di carcere e allo scadere di tale periodo imporre a Follow-up socio-giudiziario a 5 anni. Non hanno proposto un mandato di rinvio a giudizio, lasciando al giudice della sentenza il compito di stabilire i termini di questa carcerazione.

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