“Dopo le elezioni presidenziali in Senegal, le sfide al franco CFA delineano tre possibili scenari”

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LL’elezione di un nuovo presidente in Senegal aumenta la probabilità che questo paese abbandoni il franco CFA? L’arrivo al potere di Bassirou Diomaye Faye avviene in un contesto di rivalità tra alcuni paesi dell’Africa subsahariana francofona e i paesi occidentali. Sul fronte economico, critiche ricorrenti sono state mosse alla moneta unica condivisa, in Africa occidentale, dagli otto paesi dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale (UEMOA). [Bénin, Burkina Faso, Côte d’Ivoire, Guinée-Bissau, Mali, Niger, Sénégal, Togo]. Alcuni elettori senegalesi saranno senza dubbio sensibili all’annuncio del candidato eletto di riconsiderare gli accordi monetari che legano il loro paese alla zona CFA.

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Il sostegno ai discorsi sulla riconquista della sovranità monetaria da parte dei paesi africani può essere spiegato con le critiche di lunga data a un regime monetario che sembrava scarsamente calibrato per i paesi in via di sviluppo che sono tra i più poveri del pianeta.

Infatti, per giustificare il tasso di cambio fisso dal franco CFA al franco francese e poi all’euro, la Banca Centrale degli Stati dell’Africa Occidentale (BCEAO) ha seguito la politica monetaria della Banca di Francia, poi della Banca Centrale Europea. Per quattro decenni, le autorità monetarie hanno cercato principalmente di controllare l’inflazione.

Riacquistare la sovranità monetaria

Anche se ha permesso di evitare un deprezzamento della moneta e di preservare il potere d’acquisto delle popolazioni, questa strategia non ha dato tassi di crescita significativamente più alti nella zona CFA che in altri paesi con la propria moneta. Nell’analisi costi-benefici, l’assenza di sovranità monetaria aveva portato al sacrificio della lotta contro la povertà e la disoccupazione per frenare l’inflazione, una politica i cui principali beneficiari non erano né le classi medie né i più poveri.

Un’altra critica è stata che l’attrazione degli investitori stranieri verso la zona CFA, attratti dagli investimenti in una valuta stabile, è stata sovrastimata. La borsa della zona UEMOA resta sottocapitalizzata rispetto alle grandi borse africane dei paesi che hanno valute proprie (Nigeria, Sud Africa). Questa situazione spiegherebbe le difficoltà di finanziamento delle imprese. In genere non hanno altra scelta se non quella di contrarre prestiti dal sistema bancario a tassi di interesse molto elevati.

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Altri paesi hanno espresso il desiderio di lasciare la zona CFA, in particolare Burkina Faso, Mali e Niger. L’argomentazione avanzata è quella di riconquistare la sovranità monetaria. Questi paesi desiderano scegliere una politica più adatta, sia negli obiettivi che negli strumenti utilizzati, alla loro situazione economica e finanziaria. Queste sfide alla zona del franco delineano tre possibili scenari per gli anni futuri.

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