l’attivista Ritchy Thibault preso di mira da un rapporto dopo il suo appello a “Intifida”

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Sabato scorso, in Place de la République a Parigi, si è svolta una manifestazione filo-palestinese. Tra i cortei c’era l’attivista Ritchy Thibault. A seguito dei suoi commenti a favore dell’Intifada, ora è preso di mira per incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione.

Numerosi eletti e dirigenti della France insoumise, in primis Jean-Luc Mélenchon, Manon Aubry, Clémence Guetté e Louis Boyard, erano presenti sabato a Parigi al corteo che ha riunito diverse migliaia di persone in Place de la République (12°), a Place de Clichy, nel 17° arrondissement di Parigi.

La manifestazione “in solidarietà con il popolo palestinese e libanese” ha dato origine a molteplici slogan, come “Intifada, Intifada”, o anche “Assassino israeliano, complice Macron”. Tra le persone che hanno invocato questa Intifada nel cuore della capitale, l’attività di Ritchy Thibault. Cofondatore del collettivo Peuple Révolté e frequentatore abituale dei raduni di protesta fin dai tempi dei movimenti dei gilet gialli, secondo le informazioni esclusive di CNEWS, ha gridato: “Amici, andremo fino in fondo. Il nostro compagno Elias [d’Imzalène, Ndlr] Aveva ragione, l’unica via per le strade di Parigi è l’Intifada.

Questi commenti, che si riferiscono all’attivista registrato S Elias d’Imzalene, attivista filo-palestinese e fondatore del media “Islam et Info”, sono stati oggetto di un accertamento giudiziario da parte delle forze di polizia. Il prefetto della polizia di Parigi, sempre secondo le informazioni della CNEWS, in seguito a queste dichiarazioni presenterà una relazione ai sensi dell’articolo 40 del codice di procedura penale alla Procura di Parigi.

Tale articolo, che introduce l’“obbligo di denuncia” e riguarda atti di violenza, discriminazione, molestie e comportamenti sessisti, prevede che “Ogni autorità costituita, ogni pubblico ufficiale o dipendente pubblico che, nell’esercizio delle sue funzioni, venga a conoscenza di un delitto o del delitto è tenuto a darne notizia senza ritardo al pubblico ministero e a trasmettere a questo magistrato tutte le notizie, le segnalazioni e gli atti ad esso relativi.

Si ricorda che, dopo la manifestazione dell’8 settembre a Parigi, durante la quale Elias d’Imzalene, militante iscritto all’albo S, ha incitato all’Intifada, il prefetto di polizia ha convocato gli organizzatori della manifestazione per spiegare le proprie ragioni, in mancanza di ciò avrebbe tenuti a vietare le seguenti manifestazioni. I Verdi, la LFI e l’NPA hanno risposto al prefetto affermando di non sostenere i commenti di Imzalene e disapprovandoli. Da parte sua, D’Imzalen – il cui vero nome è El Yess Zarelli – posto sotto controllo giudiziario, sarà processato dal tribunale penale per “incitamento pubblico all’odio o alla violenza a causa dell’origine, dell’etnia, della nazione, della razza o della religione”, il 23 ottobre.

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