Colloquio. Cherbourg. Yves Sassignol: “La Resistenza fu decisiva nello Sbarco”

Colloquio. Cherbourg. Yves Sassignol: “La Resistenza fu decisiva nello Sbarco”
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Di Ludivine Laniepce
pubblicato su

29 24 aprile alle 10:30

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Si è tenuta la cerimonia nazionale di omaggio alle vittime della deportazione Domenica 28 aprile 2024di mattina, a Cherbourg (Manche), Piazza della Repubblica. Il presidente dell’Associazione dei deportati, internati e familiari dei dispersi della Manica (ADIF), Yves Sassignol, continua il suo combattimento affinché non cadano nell’oblio.

Si avvicina l’80° anniversario dello sbarco in Normandia. Qual è la tua sfida quest’anno?

Quest’anno rappresenta molto per l’associazione. Molti combattenti della resistenza furono deportati e la Resistenza francese giocò un ruolo importante nella preparazione dello Sbarco. Ricognizione, intelligence, aiuto alle truppe arrivate successivamente… Dobbiamo assolutamente essere presenti a questi tributi. Per questo motivo abbiamo organizzato una mostra sulla deportazione nel municipio di Tourlaville. Per non dimenticarli una seconda volta. Li ucciderebbe di nuovo.

Cosa rappresentava la Resistenza nella Manica?

La Resistenza nella Manica fu particolarmente attiva nel centro del Nord-Cotentin perché la sua parte settentrionale era una zona proibita. La Resistenza fu molto attiva nel paracadutare uomini, mezzi, munizioni e viveri perché era necessario alimentare le reti. Questi uomini e donne avevano un’importanza capitale nello Sbarco. Ma rappresentiamo anche la deportazione nel suo insieme. Spesso mettiamo in evidenza i combattenti della resistenza, ma c’erano anche molti deportati cosiddetti “politici” che in realtà erano combattenti della resistenza piuttosto isolati e non appartenevano a nessuna rete. Secondo me oggi sono un po’ trascurati. Il nostro compito è preservare questa memoria e onorarli come combattenti della resistenza “ufficiali”.

C’è un’eco tra le ore buie di ieri e di oggi?

Nel 1944, nella Francia occupata, mentre la Germania subiva gravi sconfitte militari, partirono gli ultimi 14 convogli di deportazione genocidari. La lotta contro la Resistenza e la macchia diventa una priorità per il nemico. Quasi 45.000 uomini e donne furono deportati dalla Francia e diverse migliaia furono arrestati per ribellione o atti ostili e poi inviati a loro volta nei campi di concentramento. Nonostante tutto, la Resistenza clandestina si organizzò per contrastare i sinistri piani nazisti. Oggi, questo tributo arriva in un periodo ancora una volta caotico in cui i disordini mondiali minacciano la democrazia e causano la sofferenza di popolazioni civili innocenti. Dobbiamo restare mobilitati contro il fanatismo, contro il risorgere di ideologie di odio e di esclusione, e unire nello stesso tributo tutti quegli esseri umani le cui vite sono state schiacciate a causa della loro resistenza, delle loro convinzioni, della loro origine o del loro orientamento sessuale. Più che mai, la nostra lotta è quella della libertà e della pace.

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