Nella regione parigina, due centri sportivi per Parigi 2024 progettati sotto il segno della sobrietà

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L’Adidas Arena, alla Porte de la Chapelle, a Parigi, nel marzo 2024. FOTO DI STOCK DI ALAMY

Posti sotto il segno della sobrietà energetica, i Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono stati pensati per svolgersi il più possibile all’interno delle strutture esistenti. Avranno comunque portato alla costruzione di due grandi centri sportivi nella regione parigina: l’Adidas Arena, alle porte di La Chapelle, e il Centro acquatico olimpico (CAO) di Saint-Denis (Seine-Saint-Denis). Situati su entrambi i lati della tangenziale, in aree urbane in pieno (ri)sviluppo, questi edifici sono stati pensati come oggetti urbani destinati a servire, dopo le Olimpiadi, i bisogni degli abitanti – l’opposto dei mastodonti che stanno avvizzendo. , per non aver più trovato impiego, una volta terminati i Giochi.

Architettonicamente le due opere hanno molti punti in comune. Integrati, fin dalla fase di concorso, in gruppi aziendali, gli architetti hanno lavorato con la massima pressione: un calendario olimpico che non tollera il minimo ritardo; una procedura di appalto pubblico denominata “design-build-maintenance” che, in un certo senso, consente una maggiore efficienza, ma che sottopone l’architettura alle esigenze di redditività del produttore e dell’operatore; stress di bilancio legato al prosciugamento delle finanze pubbliche e all’inflazione. Risultato: il cemento domina. Qualunque siano gli sforzi intrapresi per ridurre al minimo il consumo energetico degli edifici, questa scelta, che contravviene al discorso di Parigi 2024 sull’esemplarità ambientale, prevedeva, in entrambi i casi, di esporre il legno sulla facciata.

Un terzo turno è stato quindi imposto ai finalisti del concorso CAO, i cui progetti sono stati giudicati troppo costosi dalla Métropole du Grand Paris, proprietaria dell’operazione. È stato loro chiesto di ridurre le spese dal 15% al ​​20%. Associati a Bouygues, gli architetti del progetto vincitore, Laure Mériaud, dell’agenzia 2/3/4/, e Cécilia Gross, di VenhoevenCS, hanno immaginato, per arrivare ad un budget finale di 174 milioni di euro, un sistema di piscina modulare che permette di ridurre il volume senza comprometterne le potenzialità.

Trampolini spettacolari

Le risorse si concentrano sui punti di forza del progetto. La favolosa struttura in legno, in particolare, una grande onda asimmetrica portata da travi lunghe 90 metri, che forgia l’identità della grande sala al cui centro si trova la piscina olimpionica e i suoi spettacolari trampolini, ospiterà tante altre attività dopo i Giochi . Un telaio la cui geometria mira ad ottimizzare le prestazioni energetiche comprimendo il più possibile il volume da riscaldare.

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