perché la prescrizione di psicofarmaci tra i giovani è in forte aumento

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Nel cortile del centro psichiatrico Bois de Bondy, 7 maggio 2020, a Bondy (Seine-Saint-Denis). LOIC VENANZA/AFP

Non si contano più gli allarmi sulla salute mentale dei giovani lanciati dai caregiver – medici, psichiatri, pediatri, psicologi… Questa volta il segnale è arrivato dall’Assicurazione sanitaria, che ha evidenziato, in un rapporto pubblicato durante l’estate, l’aumento dei la prescrizione di psicofarmaci tra i 12-25 anni, tra il 2019 e il 2023.

Psicotropi: la parola, un po’ generica, racchiude un’ampia varietà di trattamenti – antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici, ipnotici, stabilizzatori dell’umore, ecc. – rispondendo a diverse logiche di prescrizione, ci tengono a sottolineare i medici. Tuttavia, questi nuovi dati non sono sfuggiti alla loro attenzione, e molti riprendono l’aggettivo che l’Assicurazione Sanitaria ha dato alla sua osservazione: quello di un’evoluzione “riguardante”pur avanzando diverse ipotesi per spiegarlo.

In totale, quasi 936.000 giovani sono stati rimborsati almeno una volta, nel 2023, per un farmaco psicotropo, ha calcolato l’assicurazione sanitaria. Si tratta del 5% in più rispetto al 2022, e del 18% in più rispetto al 2019, anno precedente la crisi legata al Covid-19 e al suo confinamento, ovvero 144.000 giovani in più.

“I mali della società sono cambiati”

A seconda della categoria dei farmaci l’aumento è più o meno marcato. Così, + 60% dei giovani assume antidepressivi, + 38% antipsicotici (prescritti soprattutto per la schizofrenia o il bipolarismo); e + 8% dei giovani assume ansiolitici, quest’ultimo aumento è attribuibile esclusivamente alle ragazze.

Queste cifre appaiono inizialmente come un riflesso del deterioramento della salute mentale dei giovani. Pauline Chaste, psichiatra infantile dell’ospedale Necker-Enfants Malades, sottolinea: “In un contesto di così forte aumento delle situazioni di emergenza, dobbiamo trovare il modo di calmare le ansie il più rapidamente possibile”descrive, respingendo le critiche talvolta mosse nei confronti dei medici, che lo sarebbero diventati “macchine per la prescrizione” : “Abbiamo attraversato una grave crisi [celle du Covid-19], e siamo ancora lì, dobbiamo rispondere. »

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Al di là di questa osservazione unanime, vengono messe in discussione altre spiegazioni per questo maggiore utilizzo di farmaci. Possiamo individuare precocemente alcuni disturbi? In altre parole, riusciamo a individuare meglio che in passato alcune malattie mentali? E’ una pista. “C’è stato un ritardo significativo nella diagnosi del disturbo bipolare e della schizofrenia”continua lo psichiatra infantile. E per aggiungere un’altra spiegazione al forte aumento degli antipsicotici, altrimenti detti neurolettici: “Prescriviamo questi trattamenti anche a giovani che non soffrono né di disturbo bipolare né di schizofrenia, ma che possono essere impulsivi, mettersi in pericolo, fare molteplici tentativi di suicidio e averne bisogno a breve termine. »

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