Perché già la definizione di femminicidio non è chiara! Se si tratta di una donna assassinata o uccisa con violenza “classica”, si tratta di OMICIDIO. Se viene uccisa dalla violenza subita «perché è donna», è femminicidio. Quest’ultima sfumatura è impossibile da dimostrare ed è libera di interpretare. Va inoltre ricordato che nella violenza “classica” l’80% degli uomini resta vittima di violenza grave e di omicidio. E quando si parla di violenza di genere, è assodato che le donne sono violente quanto gli uomini, o anche di più perché sono più spesso le istigatrici della violenza. È quindi molto difficile parlare di “femminicidio” soprattutto nelle coppie in cui la violenza è “bidirezionale” (sì, un uomo fa più danni di una donna, ma lei non è affatto innocente nella violenza domestica). Infine, poiché si parla sempre di femminicidio per la violenza di genere ma di omicidio per tutto il resto, è un ottimo modo per rendere invisibili gli uomini vittime di violenza di genere. Tra il 20 e il 25% (a seconda del paese) dei decessi dovuti alla violenza domestica riguardano uomini. E queste cifre non tengono conto degli uomini che si suicidano in seguito alla violenza domestica (per la Francia, 16 uomini si suicidano ogni giorno. Proviamo a vedere quale % di questi uomini si trovava in una situazione di violenza domestica, di alienazione genitoriale, schiacciati da un divorzio ingiusto o altro). A questo si aggiungono gli uomini che si emarginano e si autodistruggono (aclool, droga, depressione…) fino alla morte… Avrai i dati reali della violenza domestica, quelli che le femministe non vogliono mostrare. È meglio parlare di poche decine di femminicidi piuttosto che concentrarsi su centinaia di altri casi.
