Amy Winehouse rivive in “Back to Black”, un ritratto rispettoso e toccante

Amy Winehouse rivive in “Back to Black”, un ritratto rispettoso e toccante
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Dopo aver visto la sua vita sezionata Amy, Documentario premio Oscar di Asif Kapadia, Amy Winehouse torna per un film biografico. Assume le fattezze e la voce di Marisa Abela e noi ci crediamo. Ritorno al nero di Sam Taylor-Johnson, (50 sfumature di grigio) dà l’impressione che la cantante sia davvero tornata tra noi per condividere la sua vita di successi e dolori. “Ho considerato il ruolo più come un’incarnazione che come un’imitazione”, spiega l’attrice a 20 minuti.

Una Amy piena di vita

Il viaggio di questa giovane inglese, morta nel 2011 all’età di 27 anni, è incentrato sulla sua musica e sul suo rapporto esplosivo e tossico con Blake Fielder-Civil. “Il mio film non è un documentario: volevo riportare in vita un’Amy Winehouse piena di vita e umorismo”, dichiara Sam Taylor-Johnson. L’immagine che veniva mostrata era spesso quella dei suoi eccessi e delle sue tristezze ma era anche molto divertente. »

Marisa Abela non solo ha realizzato il volto della stella scomparsa con i suoi crauti nero corvino e il rimmel applicato a cazzuola, ma ne ha riscoperto la vitalità e il carisma. La sua Amy Winehouse si rivela molto toccante fin dalle prime scene in cui cerca di imporre il suo stile musicale ad un produttore che cerca di formattarla. Si commuove anche quando si lascia consigliare dalla nonna, una donna forte il cui affetto l’ha aiutata a lungo a combattere un temperamento depressivo.

Una personalità complessa

Amy sarebbe stata Winehouse se si fosse sentita meglio con se stessa? “Ha utilizzato ogni elemento della sua vita per nutrire la sua musica e spero che il film lo rifletta in modo equo”, insiste Marisa Abela. Il film non nasconde i suoi attacchi di violenza, in particolare contro il marito, né i suoi problemi di dipendenza. Ovviamente, le sue canzoni – che l’attrice interpreta in modo strepitoso – e l’album cult che dà il titolo al film vengono messi in risalto tanto quanto i rapporti della cantante con le persone a lei vicine. “Ricreare le scene del concerto è stata una delle mie sfide più grandi”, ammette Sam Taylor-John. Questi momenti galvanizzanti rendono la discesa della stella agli inferi ancora più toccante poiché sappiamo che è condannata.

Nessun anonimato possibile

“Non poteva andare agli Alcolisti Anonimi”, spiega il regista. Le era proibito l’anonimato, il che evidentemente le impediva di guarire poiché era costantemente sotto i riflettori. » Il pubblico prova una grande compassione per questa giovane donna eccessivamente sensibile che cerca di trovare un equilibrio precario tra alcol e droghe che la causeranno la rovina. Le sequenze in cui Amy Winehouse viene perseguitata da spietati paparazzi sono davvero strazianti. “Il film parla anche del rapporto che la nostra società ha con le celebrità. Amy ha pagato un prezzo elevato per la sua fama”, insiste Marisa Abela. Questo ritratto sensibile è un modo per rendere omaggio a quest’anima scorticata che fu un grande artista e la cui perdita risuona come un terribile spreco.

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