Il dizionario degli amanti della Mosella: FERMATA AUTOBUS (La)

Il dizionario degli amanti della Mosella: FERMATA AUTOBUS (La)
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Ogni mattina, Nicolas Turon rende omaggio al suo dipartimento con un testo divertente, tenero e sapiente, sotto forma di dichiarazione d’amore per la Mosella. Sceglie un emblema appartenente alla storia o all’attualità e lo tratta in modo insolito.

Non parlo stamattina delle fermate pulite del centro città, ripulite da Decaux, tirate a lucido e coccolate, subito rotte, subito sostituite; Sto parlando della fermata dell’autobus, rurale, sepolta nelle ortiche, che confina con strade così poco frequentate che è dubbio che qualcuno ci guidi ancora. La fermata dell’autobus, perché lì veniamo a prendere L’autobus, non un autobus indefinito, ma il suo, sempre uguale, dalla piccola sezione dell’asilo fino all’ultimo anno. Conosciamo l’autista per nome, per il suo odore di colonia, ci preoccupiamo quando sarà il sostituto.

Il piccolo edificio sta lì, un quadrato di cemento o un rifugio di legno, tanto una vestigia sovietica quanto un modello in scala di un motel sulla Route 66… ​​Un’ambientazione completamente cinematografica, con un’estetica a metà tra quella di Wes Anderson e quella di Bruno Dumont, un luogo familiare che puzza di abbandono. Le sue pareti sono ricoperte di testi di protesta, insulti, chiassosi, chiediamo un RIC, chiamiamo puttane le madri, offriamo pompini gratuiti allo 06 64 30 13…

A volte, il municipio lo ha fatto ricoprire di graffiti realizzati da un professionista con i giovani del paese, qualcosa che riguardava l’ecologia, lo sport o la tolleranza, ma l’opera è stata rapidamente cestinata con tratti di pennarello vendicativi, di una Z che disegna un pisellino.. .

#French

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