La studentessa di 13 anni, aggredita violentemente da un gruppo di giovani martedì 2 aprile nei pressi del collegio Arthur-Rimbaud di Montpellier, è stata dimessa dall’ospedale lunedì 8 aprile. Sua madre, Hassiba, dà la sua notizia. Uno dei suoi avvocati, Me Marc Gallix, accusa “gravi mancanze che hanno messo in pericolo Samara”.
Come sta Samara, una settimana dopo l’attacco?
È stata dimessa oggi (lunedì 8 aprile, ndr) alle 13 dall’ospedale Lapeyronie, curata perché soffre ancora di attacchi epilettici. Ha effettuato una risonanza magnetica e aspettiamo giovedì per avere il parere degli specialisti di imaging. Non credo che siano troppo preoccupati, altrimenti non sarebbe uscita. In ospedale, gli operatori sanitari hanno coccolato Samara, sia nel reparto di anestesia-rianimazione che in neurologia pediatrica. Fisicamente possiamo dire che sta bene, ma psicologicamente non sta bene.
Come si manifesta questo?
Aveva paura di lasciare l’ospedale. Guardava a sinistra, a destra, indossava un cappuccio. Si è recata questo pomeriggio (questo lunedì, 8 aprile, ndr) al reparto di psichiatria infantile. Non parla troppo. Mi è stato detto che ci sarebbe voluto tempo. Ha due appuntamenti a settimana con lo psichiatra infantile e un appuntamento a settimana con un’infermiera di neurologia pediatrica. Dormire è molto complicato. Va a letto tardi e ha difficoltà a prendere sonno. Mia madre ed io, a turno, restavamo con lei in ospedale. Ha paura di restare sola. A casa troverà il suo orientamento.
Samara ti racconta dell’attacco che ha subito?
Sì, mi ha raccontato cosa è successo e ha aggiunto delle cose. Mi ha detto: “nessuno mi ha detto di non lasciare il college, quindi me ne sono andata”. Mi ha confermato che tre studenti l’avevano attirata dall’ingresso della scuola verso la fermata dell’autobus dove si trovava il gruppo che l’ha aggredita. Ricorda cosa è successo prima dell’attacco. Ma quando è caduta a terra ha perso conoscenza. E poi è un po’ un buco nero.
La missione portata avanti dalla Pubblica Istruzione per far luce su quanto accaduto la rassicura?
Domani ho un incontro con gli ispettori, te lo dirò. Ho annotato tutte le testimonianze che ho raccolto. Il ministro dell’Istruzione nazionale mi ha chiamato cinque volte per controllare come stava Samara. L’ho sentito. Non mi ha parlato della scuola, mi ha chiesto come stavo moralmente. Era supporto, calmante. Per ora la priorità non è trovare un college per Samara. Deve prima ritrovare la fiducia in se stessa.
Cosa ti aspetti dalla procedura attuale?
Ho grandi aspettative da questa indagine. Hanno iniziato a intervistare le persone. Per me le molestie subite da Samara sono provate e confermate. Il mio dovere di madre è rendere giustizia a mia figlia.
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