“Prima di David Lynch”, di Laura Kasischke – Libération

“Prima di David Lynch”, di Laura Kasischke – Libération
“Prima di David Lynch”, di Laura Kasischke – Libération
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AVANTI DAVID LYNCH…

con il sogno di Sandy

…c’era solo il mondo, e non molte altre opzioni a riguardo. Eri bloccato in questo mondo dove ti ritrovavi sensualmente imprigionato alla nascita, ad eccezione delle fughe (consensuali o meno) vissute attraverso l’immaginazione, vertigini, intervento divino e/o follia e morte.

Poi c’era David Lynch – che, come tutti sappiamo oggi, era un contrabbandiere, come suo padre (André Breton) prima di lui – al timone di un grande traghetto carico di giovani ragazze americane di periferia, come me, i nostri normali piedi calzati in tela bianca, anche se ovviamente trasudiamo la nostra anima ovunque.

Ho fatto un sogno. A dire il vero, la notte in cui ti ho incontrato. Nel sogno c’era il nostro mondo, e il mondo era oscuro perché non c’era un solo pettirosso e i pettirossi simboleggiavano l’amore. E per molto tempo questa oscurità persistette.

Dopo David Lynch…

…arrivi alla festa, indossi il tuo maglione di cashmere e i tuoi orecchini di perle. Tieni la mano sudata di un ragazzo di nome Chip (lo hai incontrato al centro commerciale la domenica prima), ed è esattamente quello che sembra. (Perché qualcuno dovrebbe pensare che potrebbe essere qualcosa di diverso da quello che è?)

Nell’angolo i tuoi amici sono seduti a gambe incrociate, formano un cerchio sul pavimento. Rimbalzano. Seduti sulle loro mani. Emettono grida acute perché

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