Titolo: Bum Bum
Autore: Arnaud Idelon
Edizioni: Divergenze
Data di pubblicazione: 17 gennaio 2025
Genere: Saggio
Gli scaffali delle librerie sono traboccanti di saggi sul femminismo, il razzismo, le lotte sociali e persino l’amore. Ma se c’è un tema che non si trova comunemente da queste parti, è quello della celebrazione. L’originalità del suo tema, ma anche la sua accattivante copertina argentata e la sua uscita tempestiva rispetto al calendario delle festività, ecco un cocktail di elementi che dovrebbero favorire il successo di Boum Boum.
Festeggiare, infuriarsi, ubriacarsi fino ad avere sete. Avete capito, è di quest’atmosfera tanto benefica quanto dannosa, che lascia i nostri corpi logorati all’alba, di cui parleremo. Arnaud Idelon annuncia il colore fin dall’inizio. Le vacanze di cui parlerà sono quelle che conosce. Idelon non adotterà la posizione dell’etnologo ma quella del consumatore, impegnandosi dall’interno nella sua materia. Ed è infatti quello che fa. Ma è anche attorno allo slogan “Il partito è politico” che si struttura il suo pensiero. E così l’esperienza personale si unisce a considerazioni sociologiche, politiche e filosofiche, il tutto comunicando su una pista da ballo, in modo non sempre omogeneo.
È difendibile che l’autore affronti questo tema, per sua natura legato all’intimo, a partire dalla propria percezione della celebrazione. Ma purtroppo sono le riflessioni teoriche a portare avanti il libro. L’accettazione della sbornia come atto puramente rivoluzionario, in quanto presuppone il fallimento dei corpi in un mondo in cui regna la produttività, è un’idea originale e priva di sensi di colpa, pur beneficiando di una risonanza relativamente universale. . Il partito è uno spazio di reinvenzione, uno spazio di alternative e di lotte, pur essendo al servizio del sistema, offrendo un luogo dove le energie ad esso negative possono essere liberate senza danneggiarlo. Insomma, questo luogo di vani piaceri offre ai lettori un campo di ricerca fecondo e ancora molto inesplorato.
Ma ci sono tanti modi di festeggiare quante sono le identità. E se Idelon restringe il suo argomento alle manifestazioni che conosce – feste galoppanti che vibrano al ritmo della techno, feste senza casa che, nel cuore di un magazzino o di una terra desolata, riuniscono corpi liberati da ciò che assegniamo loro – ciò significa che egli lascia da parte ogni altro modo di considerarlo. Poi si perde in descrizioni che assomigliano a una forma di romanticizzazione dei propri ricordi di feste. Bacia, incontra, balla, ama. Il suo modo di considerare l’argomento, già molto specifico, diventa ancora più circoscritto quando specifica i luoghi in cui si reca, come il Berghain, luoghi che, per la loro estrema selettività, non sono accessibili nemmeno a tutti i dilettanti. di questo modello di partito. L’aspetto diario occupa quindi un posto sproporzionato in un libro che avrebbe tratto vantaggio dall’esplorare altri modi di fare festa o questo universo dandogli più profondità, attraverso la sua storia, la sua musica, la sua sociologia o ciò che vi si consuma. Ma ciò che ricorderemo soprattutto di questa porta d’accesso all’universo stroboscopico della notte è il suo aspetto teorico che riesce a riunire pensiero e movimento.