In un libro dal titolo suggerito da Juliette Gréco, Il lato oscuro della regina, e incoraggiata da ciò, indaga il rapporto opprimente che aveva con sua madre. A vent’anni di distanza si riecheggiano due storie che parlano della sofferenza di aver conosciuto troppo poco suo padre che lo chiamava La Regina del silenzio (Premio Medici 2004) e il calvario di aver visto la madre invecchiare, amata e ammirata, ma monopolizzante e soffocante con malafede, ricatti affettivi, lamentoso egocentrismo.
Marie Nimier e Karl Lagerfeld
Per quanto Marie sia sconvolta dall’amore per la madre, così bella e lodata alle stelle dagli altri, la esaspera con i suoi incessanti lamenti. Questa donna che ama credersi al centro del mondo sa esagerare il minimo dei suoi dolori o attribuirne la causa a sua figlia che dovrebbe distrarla dalla sua solitudine. Perseguitata da un incubo ricorrente che le suggerisce “gesti inappropriati… incesto dilagante…”, Marie si apre alla madre e la interroga, turbata dalla sensazione che nella sua infanzia sia successo qualcosa di grave che qualcuno avrebbe voluto nasconderle, ma si imbatte in un’evasione che spiazza ogni vera conversazione: “Cosa intendi insinuare? Roger era Roger. Non lo faremo più.”
In Nimier le Medici, in Dubois le Fémina
Sappiamo che è questa la ferita che sta alla base di questo libro intimo. Delusa dal distacco della madre dalle problematiche che la affrontano, non è meno ferita dal poco sostegno che riceve da lei, a differenza del fratello, nel suo desiderio di studi universitari o nel progetto di scrivere un libro su di lei. Eppure si tratta della stessa donna che, fiera di sé, una volta lo portò alle mostre o allo yoga e lo presentò alle sue amiche.
L’ortica secondo le gustose ricette di Marie Nimier
Ripercorrendo la sua storia materna, Marie osserva che il suo comportamento disinvolto affonda le sue radici in un’infanzia in cui, violentata dal patrigno, non trovò alcun aiuto da parte di una madre sublime che non l’amava ma di cui era la passione unilaterale Paolo Valery: “Sarai stata la più grande sconfitta della mia vita”, le scrisse.
La scrittura chiara di Marie Nimier privilegia la lucidità e l’emozione. È una scrittura che vibra, che dice l’essenziale, ma dove tutto è controllato, senza straripamenti o spacchettamenti insistenti. Lei è lì, naturale, audace, ma modesta. Divagando da un argomento all’altro, si rivela nel suo intenso desiderio di una vita libera da tutto ciò che, fino ad allora, le aveva impedito. Riparato?, chiede. Questa è la sua ultima parola. Ma chi può rispondere?
⇒ Il lato oscuro della regina | Storia | Marie Nimier | Mercure de France, 260 pp., € 22,50, digitale € 15
ESTRARRE
“Piove, ho la gola stretta, ho le lacrime agli occhi. Le chiedo se è successo qualcosa di grave durante la mia infanzia, qualcosa che ho sofferto, e che lei avrebbe tenuto nascosto fino ad allora per proteggermi. Mia madre risponde con un tono distaccato aria. No, niente. Non vede a cosa mi riferisco.