Minaccia per i bistrot francesi e per il “gennaio secco”? Un libro testimonia

Minaccia per i bistrot francesi e per il “gennaio secco”? Un libro testimonia
Minaccia per i bistrot francesi e per il “gennaio secco”? Un libro testimonia
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Spesso Périco Lagasse, il critico gastronomico di Mariannescritto in oro: “ Sebbene siano contesti molto diversi, Halloween, Black Friday e Dry January dimostrano la crescente influenza dei codici sociali anglosassoni sulla nostra morale. » Insomma il nostro uomo sarebbe più simile a « Gennaio piovoso », a leggere le sue cronache infuocate dove difende instancabilmente la cucina locale e la ricca bottiglia, non esitando a fare appello al cattolicesimo, “Cristo ha fatto del vino il simbolo dell’Eucaristia”.

Per sicurezza, avrebbe potuto aggiungere le Nozze di Cana, il miracolo durante il quale Gesù trasformò l’acqua in vino e non in succo di tofu.

Il “Parlamento popolare” di Michel Audiard

Fortunatamente, è in questo contesto puritano che diventa molto bevibile Dizionario degli amanti del caffè (Plon). Una vera celebrazione di ciò che una volta Michel Audiard soprannominò “il parlamento del popolo”questo libro da consumare senza moderazione è un vero inno allo zinco. A questo proposito gli chef parlano di “ luogo di socializzazione »; la determinazione di queste persone nel rovinare tutto, sia la lingua francese che i nostri piccoli piaceri, non può che suscitare ammirazione. Perché al bar non si” socializzare »no, signore. Si parla di sport o di politica, si scambiano battute più o meno belle, si rifa il mondo, anche se in genere nessuno tiene conto dei verdetti informati dei clienti sulla questione; beviamo anche lì. E soprattutto al bistrot si sentono ovviamente meno stronzate che a Sciences-Po.

Razzista, il bistrot?

Coloro che frequentano i bar di zuppe e decotti di quinoa in Place de la Bastille tendono a pensare che frequentare il bancone renderebbe razzisti, essendo il posto noto per essere un covo di lepénistes. No, risponde Jean-Marie Gourio: “ Nient’altro che parole d’eccezione che vincolano le persone tanto quanto un lungo discorso. […] Così va la vita nel piccolo bar del mercato. Speriamo che duri! Riton e René vanno a pescare. Purché morda! Si concorda che condivideranno il pesce con Abdel. »

In effetti, gli esperti di cabulots sanno bene che ogni cliente brontola contro l’immigrazione leccando il suo piccolo bianco, chi il suo buon nero, chi il suo buon arabo; a volte anche entrambi. Del resto è noto: “ Abdel, non è un vero arabo, visto che è un amico. » E lo stesso Abdel ribatté: « Sì, ma Jamel non è un vero arabo, perché è feccia. » Il che dimostra che la sociologia del bistrot rischia spesso di superare la testa di Sandrine Rousseau.

Jean-Marie Gourio e la saggezza del bancone

Va notato che in questa materia, Jean-Marie Gourio, ex Hara-Kiriaveva il professor Choron come mentore, sapendo che una cosa – e non meno importante – li univa entrambi: Choron aveva combattuto in Indocina e il padre di Gourio era morto lì. Fu quindi l’estroso professore calvo ad introdurre il giovane alla frequentazione dei bar; che in seguito gli permise di pubblicare i suoi magnifici Slip dal banconepubblicato in quattro volumi, nella prestigiosa collezione Bouquins, da Robert Laffont. Jean-Michel Ribes realizzerà anche un fiammeggiante film omonimo nel 2014, da consigliare a tutte le vittime della famosa sindrome del solaio inclinato.

Non sapremo quindi resistere al piacere di consegnarvi questa antologia di menù.

Donne?

« Sono rimasto innamorato della stessa donna per 49 anni. Se mia moglie lo sapesse, mi ucciderebbe. »

« Mia moglie non può lasciarmi, non ci sono mai! »

La bevanda?

« In moto si beve di più che in macchina, il vento rinsavisce. »

« Ha perso il taxi perché ha bevuto troppo, ora fa l’autista di autobus in Bretagna. »

Politica?

« Non farmi incazzare con il sogno americano! Se sognano è perché dormono! »

« Al Polo Nord, al Polo Sud, all’equatore, l’uomo si acclimata ovunque, solo nelle periferie non si acclimata. »

E Dio in tutto questo?

« È normale, la messa in latino. È come i Beatles in inglese. »

« È meglio non essere credente e credere che Dio esista piuttosto che essere credente e credere che Dio non esista. ? »

Chi salverà i nostri bistrot?

Se si riassume in termini di riflessioni profonde, aforismi delicati e inarrestabili, una Annie Ernaux non durerebbe due secondi nel bistrot, anche se le regalassero un Cinzano. Per gli amanti della cosa – gli ultimi, sapendo che in Francia un bar chiude quasi tutti i giorni – vi rimandiamo, per saperne di più, a questi altri due splendidi libri:

Viaggia sugli zinchi, nel suo stesso succo(Elytis) di Cendrine Bonami-Redler, evocazione nostalgica degli ultimi estaminet parigini e dei suoi immediati dintorni, accompagnata da magnifici schizzi.

E il meglio per ultimo, per non restare su una gamba sola: La Micheline, giro dei bar in Francia (Ecuador), di Philibert Humm e Pierre Adrian, due fini investigatori che hanno dato molto di sé per andare alla ricerca delle ultime battute della Francia profonda, ultime testimonianze superstiti di una certa idea della nostra arte di vivere. Quello prima, va da sé.

Saluti!

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