Nel 2009 la Svezia ha deciso di sostituire i libri con i computer. 15 anni dopo, stanzia 104 milioni di euro per invertire la rotta

Nel 2009 la Svezia ha deciso di sostituire i libri con i computer. 15 anni dopo, stanzia 104 milioni di euro per invertire la rotta
Nel 2009 la Svezia ha deciso di sostituire i libri con i computer. 15 anni dopo, stanzia 104 milioni di euro per invertire la rotta
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Novità JVTech Nel 2009 la Svezia ha deciso di sostituire i libri con i computer. 15 anni dopo, stanzia 104 milioni di euro per invertire la rotta

Pubblicato il 27/12/2024 alle 06:40

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Nel 2009, la Svezia ha preso una decisione ambiziosa: sostituire i libri di testo con computer e strumenti digitali nelle sue scuole. L’obiettivo era modernizzare l’istruzione e preparare gli studenti a un mondo sempre più tecnologico. Quindici anni dopo, questa scelta viene messa in discussione.

Una decisione mirata all’innovazione

Di fronte al declino delle competenze fondamentali e alle crescenti preoccupazioni sull’impatto degli schermi, La Svezia fa marcia indietro e stanzia 104 milioni di euro per reintrodurre i libri nelle classi.

Nel 2009, la digitalizzazione delle scuole svedesi è stata vista come un passo essenziale verso un’istruzione più moderna. Il governo dell’epoca vedeva i computer e i tablet come un modo per rendere l’apprendimento più coinvolgente e accessibile. I libri di testo stampati furono progressivamente abbandonati a favore dei media digitali, considerati più flessibili ed economici nel lungo termine.

Tuttavia, questa transizione non ha prodotto i risultati attesi. Sebbene la Svezia rimanga uno dei paesi meglio classificati in termini di istruzionestudi recenti e testimonianze di genitori e insegnanti hanno evidenziato i limiti di questo approccio.

Le critiche agli schermi nelle scuole si sono accumulate nel corso degli anni. Diversi studi hanno dimostrato che la lettura sui media digitali, in particolare sugli schermi retroilluminati, affatica gli occhi e riduce la concentrazione. Incide anche sulla memoria e sulla comprensione dei testi rispetto alla lettura su carta.

Oltre ai problemi di lettura, le distrazioni inerenti ai dispositivi digitali sono diventate un grosso problema. Molti studenti, invece di concentrarsi sulle lezioni, utilizzano questi strumenti per giocare o navigare in Internet. Questa crescente dipendenza dagli schermi ha anche alimentato preoccupazioni sullo sviluppo delle abilità sociali e dell’attenzione in classe.

Un ritorno alle origini

Di fronte a questi risultati, il governo svedese ha deciso di reintrodurre i libri nelle scuole. Tra il 2022 e il 2025 verranno investiti 104 milioni di euro per garantire che ogni studente abbia finalmente un libro di testo cartaceo per ogni materia.

Questa somma verrà utilizzata anche per finanziare campagne di sensibilizzazione e sostenere le scuole in questa transizione. L’obiettivo è chiaro: trovare un approccio educativo più equilibrato, in cui gli strumenti digitali non sostituiscano i fondamenti, ma li integrino.

I leader svedesi hanno assistito a un declino delle competenze di base degli studenti, tra cui la lettura e la scrittura. Queste difficoltà sono attribuite all’eccessiva esposizione agli strumenti digitali fin dalla tenera età. Molti genitori hanno anche espresso la loro frustrazione per l’uso del computer da parte dei propri figli, che spesso sono distratti dalla loro vocazione educativa.

Per il governo questa situazione riflette un errore strategico: aver abbandonato troppo in fretta i metodi di apprendimento tradizionali, senza prevederne gli effetti a lungo termine.

Questo ritorno ai libri non significa però un rifiuto totale degli strumenti digitali. Questi hanno dimostrato la loro utilità in determinate situazioni, in particolare per diversificare gli approcci didattici o accedere a risorse online. Tuttavia, la Svezia ora intende utilizzarli con parsimonia e in contesti specifici.

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