Un bellissimo libro dedicato alla tradizione degli empègues nella Petite Camargue e nel Vaunage, con un contributo di Jacques Durand e una visita a Claude Viallat.
Da anni la casa discreta A l'asard Bautesar! con sede a Montfaucon, svolge un importante lavoro sulle culture del sud, che ha portato in particolare alle fantastiche ristampe di Mistral. L'ultima pubblicazione Empègue, arte popolare/contemporanea (29€) si propone di scoprire una tradizione che fiorisce tra la Petite Camargue e Vaunage. E il risultato è tanto emozionante quanto impressionante!
Per il stranierile empègue, sono questi piccoli stencil che i giovani appendono durante le aubades e che permettono loro di raccogliere denaro per poi finanziare la loro partecipazione alle feste votive.
L'empegue più antico ancora visibile
La tradizione è antica poiché il libro riproduce il più antico ancora visibile, dipinto a Beauvoisin nel 1894. E negli ultimi anni la vivacità non è diminuita. Con diverse centinaia di foto, il libro moltiplica gli approcci, storici, etnografici, artistici, grazie ai contributi dell'antropologo Frédéric Saumade, dell'occitanista Jean Rouy o dello storico Claude Dubois. Il punto di vista dell'ex giornalista Liberazione Jacques Durand è più gustoso che mai e Clément Serguier va in viaggio, con i fotografi Charlotte Collin e Marc Leenhardt.
Dagli abati della gioventù ai rituali di iniziazione dei coscritti, passando per la marcatura dei tori o i codici che permettono di decifrare il significato annuale degli empegues, il libro è senza dubbio il riferimento ultimo sull'argomento.
Aubais, capitale dell'Empègue
Curiosamente, questa pratica, strettamente legata alla razza Camargue, non superava il Petit Rhône e appena il Vidourle. La capitale di Empegues è ovviamente Aubais e l'opera rimane lì a lungo, seguendo Yves Martin, il fabbro del villaggio che ogni anno forgiava lo stencil. Aubais è anche la patria del pittore Claude Viallat, fervente difensore della civiltà del toro. Il bellissimo libro permette di scoprire il manoscritto illustrato del suo libro di diploma, A la manado dóu Lengadò, realizzato alla fine degli anni Cinquanta quando era studente alle Beaux-Arts. Un gioiello!
France
Books