Gaillac. Narratori insigniti dell’Accademia Navale

Gaillac. Narratori insigniti dell’Accademia Navale
Gaillac. Narratori insigniti dell’Accademia Navale
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l’essenziale
Scrivono e si accontentano da molti anni. I loro “Racconti dei mari e degli oceani” gli valsero la medaglia dell’Accademia della Marina

Oggi sono tra i narratori e autori di storie più richieste dal pubblico eterogeneo e da due case editrici parigine. Dopo Io l’albero, Io l’oceano e Io l’orso, arricchiti dalle superbe illustrazioni delle edizioni Circonflexe, dovranno consegnare in ottobre Racconti di neve e di ghiaccio, in uscita nel 2025. Come Nane la Savoyarde e Jean-Luc Vézinet il Cévenol , sono arrivati ​​​​al racconto? Nane, un logopedista, era il primo della fila. “Ho raccontato storie ai bambini al CMPP di Carmaux. Il mio capo dipartimento mi ha chiesto di allenarmi a fare della narrazione uno strumento terapeutico. Ho iniziato davanti a un gruppo di eminenti adulti durante una conferenza a Bordeaux. Balbettavo. Lì, ho capito: la narrazione deve essere appresa.

Una trentina di libri

Ha fatto degli stage presso la Biblioteca Centrale di Prestito e poi ha portato con sé Jean-Luc, l’insegnante della SVT. Con altri due narratori, negli anni ’90 lanciano “I sarti delle parole”, basato su racconti popolari della tradizione. Si sono esibiti nelle serate dei villaggi, nelle scuole, nelle biblioteche. Nel 1995 hanno presentato “La rabbia dei racconti dimenticati”, con il sostegno del Comune di Albi.

“Da allora non ci siamo più fermati, tranne durante la C, quando pensavamo di essere troppo vecchi. Ma durante una serata tra amici in cui ci è stato chiesto di ricominciare il giorno dopo, è tornata fiducia e voglia. Nane e Jean-Luc sono presenti su una trentina di libri, da Horse Tales (Albin Michel), Tales of the Seas and Oceans (edizione The Elephants), una raccolta di undici racconti, distinti dalla Marine Academy. La loro linea d’azione? “Il pubblico deve ricordare la tua storia. Anche se siamo lì, è la storia che deve restare. Un narratore non è né un comico né un attore. Una volta chiuso lo scenario, cominciamo a chiudere il racconto con le nostre parole” riassume No.

La parte della creatività

Jean-Luc per il quale “il racconto si tramandava di bocca in bocca e si trasformava di villaggio in villaggio. Quando abbiamo dei tirocinanti, diciamo loro: non imparate il testo fino in fondo, altrimenti fate addormentare tutti. Prendete il traccia e trova le tue parole. È qui che entra in gioco la creatività.

Raramente sono d’accordo con due voci, scegliendo in base ai loro preferiti. “Se non c’è incontro con la storia, ci arrendiamo: dobbiamo voler raccontare”.

Quando scrivono, ognuno per conto proprio, una Mano a mano che a volte si trasforma in uno stallo. Ma Jean-Luc, il razionalista, e Nane, più incline alla fantasia, trovano sempre il miglior compromesso. Per San Valentino hanno raccontato una storia di Amore e Disamore e stanno preparando “Racconti poetici” per il prossimo inverno. Un titolo che sembra stagionale.

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