Nonostante gli aiuti statali, le librerie se la passano male

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Pubblicato il 19 giugno 2024


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La Francia conta 3.500 librerie indipendenti, la maggior parte delle quali versa in condizioni finanziarie molto fragili. Non per mancanza di molteplici aiuti da parte dello Stato che, a partire dagli anni ’80, ha deciso di fare delle librerie l’asse del Bene e di difenderle da tutti gli altri. Tutta l’attenzione dello Stato è concentrata sulle librerie e sulla loro “difesa” ma il resto della filiera del libro, cioè gli autori, gli editori, i distributori, i lettori non viene mai integrato nella riflessione. Comprare il tuo libro al supermercato o su Amazon è sbagliato, l’atto giusto è l’acquisto in una libreria “indipendente”.

Nonostante la tassa Amazon di 3 euro sulle spese di spedizione, che penalizza pesantemente tutti i francesi che non abitano vicino a una libreria, nonostante la proposta di tassa sui libri usati, le librerie continuano a non farcela.

Ecco perfino France Culture che scopre che la fissazione dei prezzi mediante pianificazione porta a conseguenze dannose:

“Il mercato dei libri è regolato dalla legge del 1981 sul prezzo unico dei libri. Ciò significa che sono gli editori, e non i librai o i rivenditori, a fissare i prezzi di vendita al pubblico. Quindi il libraio, quando vede aumentare le sue tariffe, non può, di propria iniziativa, trasferire questo aumento sui prezzi di vendita. Ha bisogno che l’editore aumenti i suoi prezzi di vendita, o che l’emittente/distributore gli offra condizioni commerciali migliori. »

Lungi però dall’idea che si debba riconsiderare questa legge del prezzo unico dei libri. No, la soluzione, secondo loro, è più intervento statale, sussidi, per salvare le librerie.

«Ma secondo il sindacato i poteri pubblici potrebbero andare oltre: far sì che la riduzione sui libri di cui beneficiano gli enti locali (biblioteche, comuni, università, ecc.) passi dal 9% al 5%; che libererebbe 6 milioni di euro e consentirebbe alle librerie di raddoppiare la loro redditività annuale. »

L’eccezione culturale francese è soprattutto un’eccezione per il socialismo.

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