la grande differenza tra il libro e l’adattamento, Oscar come miglior film straniero

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Monumento del neorealismo italiano, Il Giardino Finzi-Contini, inaugurato nel 1971, è una delle opere più importanti del regista Vittorio De Sica. Armato di Dominique Sanda, Helmut Berger, Lino Capolicchio e perfino Fabio Testi, con questo lungometraggio ha fatto il colpo, vincendo l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e il David di Donatello per il miglior film. Un’incursione infernale, completata dall’Oscar per il miglior film straniero nel 1972… Da notare anche che tutto questo non sarebbe mai esistito senza il romanzo omonimo dello scrittore Giorgio Bassani, pubblicato nel 1962.

Il giardino dei Finzi-Contini, una famiglia dell’aristocrazia ebraica nell’Italia fascista di Mussolini

Come reagiamo quando l’indicibile bussa alla nostra porta, quando la nostra vita quotidiana è ben al di sopra di quella dei comuni mortali? Questa domanda è al centro di Giardino Finzi-Contini proposto da Vittorio De Sica. Qui tutto ha inizio nei pressi di Ferrara, nell’Italia del 1938. La Botte, già convertito al fascismo di Mussolini, sprofonda gradualmente nell’antisemitismo e gli ebrei del paese si ritrovano nel mirino di una moltitudine di misure. Una minaccia che si fa sempre più pressante, ma che il clan Finzi-Contini non calcola. Comodamente insediata da diverse generazioni sul trono dell’aristocrazia locale, la famiglia continua a organizzare feste e partite di tennis in spregio al contesto, non sentendo arrivare il fiato degli arresti…

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Un film più crudo del romanzo originale

Tratto perfettamente dal romanzo di Giorgio Bassani, il lungometraggio della serata ha comunque tratto qualche generosità dall’opera originale. Contrariamente a quanto mostrato sullo schermo, infatti, il tema dell’arresto viene affrontato solo nelle prime pagine. Così la questione degli arresti occupa più spazio nel film, insieme a quella del padre di Giorgio, che nel romanzo semplicemente non esiste. Una scena intima viene mostrata in maniera cruda davanti alla macchina da presa di Vittorio De Sica. Giorgio, dopo aver avuto una relazione con Malnate, vede Micol completamente nuda, quando sotto la penna di Bassani, è solo un sogno.

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