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Editoriale Paimpol
Pubblicato il
20 ottobre 2024 alle 6:10
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Manon-Claire Jacob, 29 anni, ha subito due ictus. La giovane ha scelto di raccontare ciò che ha vissuto in un libro-racconto scritto con Estelle Viallon, biografa (STL Happy End).
Avrei potuto morire 4 volte in pochi mesi. Volevo scrivere questo libro come uno sbocco. Per raccontare, ringraziare e magari aiutare le persone che stanno attraversando questo tipo di calvario.
“All’improvviso, niente più suono, niente più immagini”
Era il 27 gennaio 2021, il suo 26esimo compleanno, quello arriva il primo colpo.
Cantavo a squarciagola nel mio appartamento. E all’improvviso, niente più suono, niente più immagini…
Manon-Claire va a letto, imputando l’incidente all’emozione del suo compleanno, e il giorno dopo è al lavoro da Papotes-et-Patines, dove lavora come tappezziera, nello stabilimento che condivide con sua madre Catherine.
La mamma pensava che fossi strano. In effetti ero afasico. Ma non volevo consultarmi
Né leggere né scrivere
Il giorno dopo Manon-Claire aveva appuntamento con un cliente: “Sono stata fortunata perché questa persona è un medico. Mi ha convinto ad andare all’ospedale di Paimpol dove sono stato accolto in maniera meravigliosa, come lo sono stato ogni volta che vi sono dovuto ritornare. »
La giovane artigiana è stata trasferita a Yves-Le-Foll a Saint-Brieuc dove, dopo un’ecografia e tre giorni di attesa, un medico l’ha informata che aveva avuto un ictus e che poteva tornare a casa in attesa che l’ospedale universitario di Pontchaillou di Rennes la chiami. “Sono tornata”, ride oggi, “ero afasica e completamente insensibile… non potevo più parlare, leggere, scrivere o contare, il che ha richiesto un anno e mezzo di logopedia”.
Ritengo che il mio logopedista, François, mi abbia davvero salvato!
“Mamma, sono vivo”
Ma pochi giorni dopo il suo ritorno a Paimpol, il 14 febbraio, durante una passeggiata, un secondo colpo la colpisce violentemente: “ Sono crollatoLa mamma mi ha trascinato in macchina e in ospedale. E lì sono stato trasferito a Pontchaillou dove ho conosciuto il neurologo che mi ha salvato, il dottor Pierre-Jean Le Rest. »
Nel pieno della crisi Covid, il medico accetta infrangere le regole della reclusione in modo che Catherine, la madre, possa visitare sua figlia ogni giorno.
Opera sul cervello di Manon-Claire.
Mi ha detto che era un’operazione rischiosa. Quando mi sono svegliato, avevo riacquistato la parola. Ho chiamato mia madre: “Mamma, sono vivo”…
Oggi Manon-Claire Jacob si gode la vita come se tutto fosse in pessime condizioni.
“Per dare coraggio a persone che hanno avuto problemi simili”
Soprattutto perché dopo i 2 ictus e l’operazione, una grave caduta gli ha provocato la frattura del bacino.
Non so più se sono sfortunato ad aver avuto tutto questo, sorride, o fortunato ad essermi scampato ogni volta. Ma assaporo ogni momento
Il libro “Living”, scritto con l’aiuto di Estelle Viallon, è stato completato 2 anni fa: “L’ho regalato ai miei cari, a mia madre, a mio fratello… Ma esce solo adesso. »
Autopubblicazione
La storia, circa 200 pagineè stato autopubblicato.
Ho scelto un carattere grande in modo che le persone che hanno problemi simili ai miei possano leggerlo e questo dia loro coraggio.
“Vivere” è l’argomento di crowdfunding e sarà disponibile a dicembre presso il laboratorio Papotes et Patines o via mail. I preordini possono essere effettuati sulla piattaforma kisskissbankbank (Manon-claire vivre) al prezzo di 16€ fino al 9 novembre a mezzanotte.
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