“La maison Dieu”, romanzo infiammabile di Camille Laurens

“La maison Dieu”, romanzo infiammabile di Camille Laurens
“La maison Dieu”, romanzo infiammabile di Camille Laurens
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Nel mazzo dei tarocchi, la carta “Casa di Dio” raffigura un’alta torre quadrata in fiamme dalla quale cadono gli occupanti. Nel romanzo omonimo, Céline Laurens fa mandare in fumo una villa dell’Ariège, i cui proprietari muoiono tra le fiamme. Quindi la caduta sarà più dura, ma per chi?

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Come in un Cluedo, ogni personaggio racconterà la propria storia di vita, prima o anche dopo il dramma : il figlio, la figlia, la cameriera, la madre, il padre, la sua amante, Giustino, il vicino e amante disprezzato, l’incendiario stesso, il prete, il poliziotto… Allora la verità verrà alla luce su una terra? favorevole a “ su dit » ?

Il rumore viaggia velocemente per le nostre strade. Si precipita giù, dalle persiane alle platee, dalle scale ai letti. Forse è perché siamo ancora nella zona pianeggiante dell’Ariège che la voce si diffonde così ampiamente tra noi.

La sfortuna non accade mai da sola, a quanto pare. La prima cosa vera per Esther sarà rimanere incinta. Non vuole ingrassare, soffrire e nemmeno evitare il sole che ormai le è sconsigliato. “ Resta dentro », « guardia contro la vita “, non è per lei che” sta morendo » e con esso l’amore che ha per Armand.

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La Maison Dieu, sedicesima carta dei tarocchi di Marsiglia

© Philippe Narcisse/Collezione F.Grob/Kharbine-Tapabor

La loro casa diventerà fredda come i loro cuori. Ester è dura. È capace di amare? ? Come dimostra questo sfogo feroce nei confronti di colui che lei rifiuta dopo aver conosciuto Armand (uomo più in linea con il suo rango): “ Justin rispettava le mie partenze, i miei sbalzi d’umore, le mie assenze. Orgoglioso ancora, mi ha permesso tutto. Qual è il punto allora? Non si picchia un animale se non si difende. »

Altrettanta brutalità avrà nei confronti di Adelaide, la domestica, nella quale vede, con premonizione, una seria concorrente. “ Mi guardò e un sorriso di odio represso le faceva già tremare la bocca. Ha lottato per mantenere il suo comportamento modesto. Sfortuna, ero io a tenere i cordoni della borsa. Sant’Adelaide avrebbe sofferto. »

In questo contesto i bambini, Mallora e Abel, crescono alla meglio, coccolati dalla successiva governante, Élise, metà strega e metà zitella. Anche Mallora avrà il cuore spezzato. Ad Abel non importa. Non vuole crescere e si nutre curioso (e colpevole ?) passioni.

Ho sempre amato l’effetto che hanno le fiamme su di me. Mi calmano e mi cullano. Quando scoppia un incendio da qualche parte, Élise compra il giornale, poi me lo dà e io lo aggiungo alla collezione (…) Io stessa appiccherei un fuoco, beh ! Avrebbero saputo di cosa ero fatto.

Ma al di là della trama in sé, è lo stile di questo romanzo che merita di essere sottolineato. Il fuoco cova anche in certe frasi o situazioni. Come quando Armand parla con la moglie del suo amore perduto : « Mi manchi. Vado a vedere le nostre foto. Siamo lì quello che siamo veramente e non queste ombre attuali. In alto, mi guardi, Esther. »

Armand che non invecchia più. “ È l’improvvisa cessazione di certe speranze a mantenerlo così? ? “. C’è anche questo magnifico capitolo in cui Nicolas, il becchino, racconta il rapporto (amore ?) collegandolo alla morte che lo accompagna quotidianamente : « Siamo invecchiati insieme, nel ricordo delle persone che lei ha cercato e io in quello di coloro che ho seppellito. ».

Vogliamo che gli assassini sembrino assassini. Sarebbe più semplice se il vizio fosse visibile…

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Céline Laurens

© Pasquale It

E non lasciatevi ingannare dai teneri occhi azzurri di Céline Laurens, sul retro della copertina. L’autore non rifugge dalla pura crudeltà. Come quando fa parlare l’assassino: “ Devi sapere come prenderti il ​​tuo tempo. Evidenzia, racconta una storia attorno ad esso. Interessarsi ai personaggi, a quelli che bruceranno, è fondamentale. Altrimenti non ci importa se li perdiamo. Che senso ha aprire il capitolo? ? »

Quindi non aspettarti un lieto fine. Come può esserci quando non c’è più amore? Allora che senso ha aprire” La Casa di Dio » ? Perché come dice giustamente Mallora al fratello : « Abel, i libri sono la vita, peggio o meglio. Ma almeno non lascia spazio alla noia »

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