Otto libri scientifici: “Plutopia”, “Endogirls”, “Ebullitions”…

Otto libri scientifici: “Plutopia”, “Endogirls”, “Ebullitions”…
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LA LISTA DEL MATTINO

Ce n’è per tutti i gusti. I giornalisti del supplemento settimanale Scienza & Medicina hanno letto e scelto libri che vi aiuteranno a scoprire come americani e sovietici costruirono città segrete con insolite regole operative attorno alle fabbriche di plutonio, a conoscere la saga dei trapianti di rene o ancora a immergersi nel fondo degli oceani. dove le prime forme di vita apparvero appena 100 milioni di anni dopo la formazione della Terra.

Le città segrete della corsa alle bombe

No, Chernobyl (Ucraina), nel 1986, non fu il primo incidente nucleare avvenuto in URSS. No, neanche Three Mile Island (Pennsylvania), nel 1979, fu la prima negli Stati Uniti. Ben prima di questi due disastri, altri due territori e le loro popolazioni di decine di migliaia di abitanti erano stati contaminati dalla radioattività per decenni, nella più grande segretezza. E per una buona ragione, il fumo, i rilasci liquidi o solidi irradiati, persino le esplosioni inquinanti, equivalenti in quarant’anni a due Chernobyl, provenivano da due siti militari segreti, che ospitavano le fabbriche di produzione di plutonio per le bombe atomiche delle due grandi potenze.

L’imponente storia parallela di queste due regioni, della fabbrica di Maïak, negli Urali, e di quella di Hanford, nello Stato di Washington, e soprattutto delle loro città costruite per i loro dirigenti e i loro operai, rispettivamente Oziorsk e Richland, è raccontata da Kate Brown, professoressa di scienza, tecnologia e società al Massachusetts Institute of Technology (MIT, Boston), e viene finalmente tradotto in francese, undici anni dopo la versione originale. La lettura è edificante e dolorosa.

Prima di affrontare i lunghi e ingloriosi (per chi detiene il potere) capitoli della contaminazione ambientale e dei suoi effetti sull’uomo, l’autore dettaglia l’organizzazione urbana e soprattutto sociale dei due progetti: sorveglianza, segregazione, assenza di democrazia, ordine di mantenimento… E fu proprio l’URSS che, oltre a copiare il progetto del reattore nucleare, si ispirò alle tecniche di controllo demografico americane per il proprio progetto di fabbrica e città. L’insegnante ha battezzato “plutopie” questi “spazi dorati di prigionia”per evidenziare come, nonostante i rischi, i residenti abbiano accettato restrizioni straordinarie, rinunciando anche ad alcuni dei loro diritti civili, anche negli Stati Uniti, che si aspettavano un atteggiamento più aperto.

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