Letteratura
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In questo primo volume di una quadrilogia che ci porterà in America, tappa a Berlino, nella gelida temperatura, per un viaggio mentale in dieci tappe.
Contiene il tono dell’intero libro, i suoi temi e il suo movimento. Eccola, è la prima frase di Malinconia dei confiniprimo volume di una quadrilogia che ci porterà in America: “Vicino a Berlino, mentre uscivamo dalla clinica dove avevamo visitato E., al calare della notte (cielo violaceo, violento, coperto d’ombre e di tremuli di pioppi) e ci dirigevamo verso la stazione ferroviaria di ferro, un po’ frastornati la tristezza di aver lasciato E. sul suo letto d’ospedale, in questo lungo inverno in cui era reclusa, mi è tornato alla memoria un verso di Blanca Varela: “Dove tutto finisce, spiega le tue ali”.
Sta piovendo. La pioggerellina lascerà il posto al nevischio. Questa gelida sera di fine autunno è il filo con cui Mathias Enard sceglie di divagare nei suoi pensieri, organizzando il suo racconto per divagazioni e associazioni, in una decina di passi. Beelitz, a ovest della marcia di Brandeburgo, è il primo. Beelitz-Heilstätten lo era “il più grande sanatorio d’Europa” alla fine del XIX secolo, un villaggio di mattoni caduto in rovina, su centoquaranta ettari di bosco. La clinica dove fu trasferito l’amico E. è uno degli ultimi edifici rimasti di quello che fu un gigantesco ospedale militare per i sovietici, dal 1945 fino all’inizio degli anni Novanta