Denise Riley e il fluido del tempo perduto – Libération

Denise Riley e il fluido del tempo perduto – Libération
Descriptive text here
-

Poesia

Articolo riservato agli abbonati

Il quaderno dei Livres de Libécaso

In un piccolo e lucido libro, la poetessa inglese esplora il cataclisma interiore in cui la precipita la morte del figlio.

“Non c’è niente che si muove dove sono.” Il poeta inglese forse non conosce queste parole che percorrono i primi accordi del disco di Ric Ocasek, Da questa parte del paradiso (1986), ma è l’impressione che ci coglie quando lo apriamo Canzoni d’addio. Dopo la scomparsa del figlio, morto per un arresto cardiaco causato da una malattia non diagnosticata, non è tanto che il suo mondo crolla, quanto piuttosto si ghiaccia. IL “fluido del tempo… dove ti bagnasti, lei scriveimprovvisamente svuotato.” Niente di magico e nemmeno psicologico in questo libro, ma la finissima restituzione di una realtà capovolta, fermata nel suo cammino, che l’autore esplora in tre movimenti, a partire dal racconto dei primi anni successivi alla tragedia. “Tempo vissuto senza flusso” dove cerca di capire e far capire che, in effetti, “niente si muove più” in una sorta di eternità del presente dove ora sembra vagare “in mezzo ad una distesa di terra… a forma di piattino, una pianura squallida e vasta… come un naufrago arenato in pieno giorno”.

“Tutto è nitido, duro, chiaro”

Non è che non sia più “lì” o che non sia più “se stessa”, ma un po’ di tutto questo allo stesso tempo. “Sei al verde, eppure ardi di vita… senti che lo spirito di tuo figlio, con un balzo, è entrato in te.” Il post-

-

NEXT Autore di due libri a 19 anni, Louis Lefèvre usa le parole per guarire