un impatto negativo per il 63% dei compratori

un impatto negativo per il 63% dei compratori
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A più di sei mesi dall’applicazione di una tariffa minima per le spese di spedizione dei libri nuovi, fissata a 3 euro, qual è l’impatto sugli acquisti francesi? Alcune risposte sono fornite da un sondaggio condotto dall’IFOP tra 2.000 persone dai 18 anni in su lo scorso febbraio. Notiamo fin dall’inizio che lo studio era ordinato da Amazonche si era opposto anima e corpo a tale disposizione della legge Darcos.

I francesi non leggono più, ma comprano libri»: il detto è ancora una volta vero, poiché il 74% degli intervistati lo acquisisce, più o meno regolarmente. Come prodotto culturale, il libro rimane quindi in testa davanti alla musica (50%) e ai film (49%), in formato fisico o digitale.

Negli ultimi 12 mesi il 91% degli intervistati ha già rinunciato almeno una volta verso l’acquisto online di un prodotto culturalePerché “è più semplice riceverlo direttamente a casa tua» agli occhi dell’81%, vista l’indisponibilità del prodotto nel punto vendita (78%) o la questione del prezzo [tous les produits culturels sont ici pris en compte, NdR] (77%).

Per tutte le categorie sociali, l’acquisto online offre il vantaggio della semplicità (consegna a domicilio, acquisto in qualsiasi momento), prima della disponibilità (numero di referenze disponibili) e infine il vantaggio economico (prezzi più bassi, senza spese aggiuntive). All’interno delle categorie povere e modeste (da 900 a 1.300 euro di reddito mensile), il vantaggio economico è sovrarappresentato tra i vantaggi.

Il 54% degli intervistati afferma di acquistare online a causa della distanza geograficae più precisamente il 45% dei libri online/via internet”perché abito lontano da un centro cittadino o da un punto vendita fisico“.

Potere d’acquisto e cultura a mezz’asta

L’indagine IFOP parla poi più specificamente di denaro soffermandosi innanzitutto sul potere d’acquisto, che è diminuito per il 55% degli intervistati (il 31% è diminuito leggermente, il 24% è diminuito molto), è rimasto stabile per il 28% ed è addirittura aumentato per il 17%.

Il budget destinato alla cultura paga il prezzo di questa restrizione del potere d’acquisto una riduzione nel 73% dei casi — Il 10% degli intervistati non stanzia un budget per i prodotti culturali. Questa riduzione riguarda tutte le classi sociali, poiché il 71% degli intervistati della categoria povera, il 79% della categoria modesta, il 75% della classe media e il 54% della categoria ricca hanno ridotto il proprio budget.

Il costo di spedizione minimo di 3€ ha visibilmente aggiunto una nuova pressione finanziaria. Il 63% degli intervistati ritiene che il loro potere d’acquisto per i libri ne risentirà, in particolare per le categorie povere e modeste. La categoria più ricca, il cui reddito supera i 2.500 euro al mese, è la meno colpita da questa misura (lo ritiene il 59% dei cittadini).

Librerie apprezzate?

L’indagine IFOP passa poi a strategie di acquisto di libri a seguito dell’introduzione di spese di spedizione minime. Il 59% degli intervistati si rivolge infatti più spesso ai punti vendita fisici, dalle librerie ai supermercati culturali, compresi ipermercati e supermercati.

Il 51% ha ridotto gli acquisti, ma prende in prestito i libri dai propri cari, il 49% li ha anche ridotti, ma si rivolge alle biblioteche pubbliche, e il 40% ha anche ridotto gli acquisti, ma semplicemente legge di meno. La maggior parte delle categorie si rivolge ai luoghi fisici, ma le categorie meno avvantaggiate sono più preoccupate di ridurre i tempi di lettura.

I luoghi fisici che sembrano beneficiare dell’implementazione delle spese minime di spedizione sono gli ipermercati/supermercati, i grandi marchi e le case editrici: il 71% degli intervistati ci va più frequentemente, in particolare per i residenti nei comuni rurali (75%) e nei comuni urbani provinciali (73%).

Il 26% spiega di sì visitare più spesso una libreria indipendente tuttavia, di cui il 37% nell’area metropolitana di Parigi.

Amazon molto impegnato

La pubblicazione dell’indagine IFOP, commissionata da Amazon, si inserisce in un contesto particolare di preoccupazione per la pratica della lettura da parte dei francesi, in particolare dei più giovani. Secondo uno studio del National Book Center, solo l’84% di loro legge per scuola (o lavoro) tra i 7 e i 19 anni, e l’81% legge per svago, per gusto personale. Due anni fa, durante l’ultimo studio sull’argomento, queste statistiche erano più alte, rispettivamente all’86% e all’83%…

Anche il riferimento ad una tassa sui libri usati da parte del Presidente della Repubblica, per contribuire al finanziamento della creazione, non ha mancato di suscitare reazioni. L’argomento non è menzionato nel sondaggio IFOP e i servizi Amazon, quando contattati, non hanno commenti da fare in merito.

La lotta di Amazon contro la tariffa minima di spedizione non è nuova. La multinazionale si è espressa, attraverso il suo direttore generale Frédéric Duval, con un articolo pubblicato nel 2021. Questo assicurava che i residenti delle zone rurali sarebbero stati particolarmente penalizzati dal provvedimento, citando già i dati dell’IFOP. Lo ha fatto di nuovo qualche giorno fa, inL’Espressotenendo più o meno lo stesso discorso.

Ricordiamo che la multinazionale americana aveva deferito la questione al Consiglio di Stato nel giugno 2023 per “eccesso di potere», ma l’istituzione non si è ancora espressa in merito. Amazon si è basata anche sul parere circostanziato della Commissione Europea, che risale al febbraio 2023: essa denunciava una deroga ingiustificata alla normativa applicabile, l’assenza di dimostrazione dell’adeguatezza e della proporzionalità della misura proposta, nonché il fatto che nessuna sono state valutate opzioni alternative…

Amazon raddoppia quindi gli sforzi, in attesa di eventuali mosse da parte del Consiglio di Stato o della Commissione. E cogli ogni opportunità: in occasione della Primavera della Ruralitàalla consultazione del Ministero della Cultura, la multinazionale ha partecipato, suggerendo “valutare più precisamente gli effetti di questa misura e, se necessario, riesaminare l’opportunità di questa misura che penalizza gravemente gli abitanti delle zone rurali“.

L’azienda suggerisce inoltre di aprire le spese del Culture Pass ai servizi online, per sfruttare questa manna, poiché i libri rimangono i principali prodotti culturali acquistati con i crediti…

Fotografia: illustrazione, Jorge Royan, CC BY SA 3.0

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