Libri emozionanti | Rivista dei librai

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Per alcuni di noi leggere è sempre stato facile. È un momento rasserenante, che permette al nostro cervello di evadere dalla quotidianità, dalla realtà, da un’attività leggera. Per altri, invece, la lettura è qualcosa di arduo, che li mette di fronte alle loro difficoltà. Va detto che si tratta di un processo complesso, che va dalla decodificazione delle lettere alla creazione del significato, e diversi passaggi possono essere complicati. Questo è il motivo per cui molti bambini incontrano crescenti difficoltà man mano che crescono, poiché i testi diventano più lunghi e se ne allontanano. Ma i libri forti e di respiro a volte sono quelli che ci fanno restare nella letteratura, che ci permettono di sentirne tutta la forza. Il tipo di storia che si legge bene ad alta voce!

Questo è il caso di Cafarnao, la storia di Anne e della sua vita quotidiana piena di segreti. L’eroina vive in una casa di orchi che spesso si arrabbia e alla quale deve portare ogni giorno tesori divorabili che poi vengono sputati e giacciono per terra. Anche lei deve affrontare questo pericolo da sola perché sua madre non esce dalla sua stanza del cucito da giorni. Quando arriva la sua nuova vicina Marguerite, Anne si insospettisce. Ma vuole anche amicizia e avventura. Così, quando Marguerite le affida un tesoro prezioso, Anne non può rifiutarlo. Anche se ciò significa che rischia di peggiorare la propria situazione…

È un universo molto particolare quello che Pénélope Bourque ritrae. In effetti, se i lettori possono inizialmente dubitare delle affermazioni di Anne riguardo all’operato della sua casa, dobbiamo ammettere che non sta inventando nulla. Quel che è peggio, sembra rassegnata ad affrontare il suo destino da sola. Ma l’arrivo di Marguerite cambia tutto. Ed è proprio questa la forza della storia: l’ambientazione è già accattivante, ma la trama principale, attorno al regalo che Marguerite farà ad Anne e che la costringerà ad affrontare per la prima volta la sua casa da orco, è solida. Seguiamo l’evoluzione dell’eroina, sentiamo tutto il suo dolore, il suo sgomento, ma vediamo anche da dove trarrà la sua forza, in particolare grazie alle immagini potenti utilizzate dall’autrice nei momenti cruciali. È quindi una storia iniziatica che parla al cuore e ci tiene con il fiato sospeso.

Questo è anche il caso del primo volume della saga. Misewauna storia fantastica che è ancorata alle tradizioni indigene e si apre all’immaginazione alla maniera di Narnia.

Quando Aski si fa sentire, inizialmente è solo attraverso un colpo di vento tra le pagine del taccuino di Eli e potrebbe quasi passare inosservato. Ma quando una porta si apre nell’armadio segreto in soffitta, Eli non può resistere. Sembra di essere a casa. E se Morgan non ha memoria della sua vita precedente, deve andarla a cercare. Poiché Eli potrebbe essere solo un altro bambino indigeno in affidamento, come lei, c’è qualcosa di speciale in gioco. Tra loro, e anche in questa casa dove i loro genitori adottivi cercano di aiutarli davvero a stare bene.

Solo che eccolo lì, Aski, è… altrove. Un freddo, la neve, la morte altrove. E prima di ritornare, dovranno mettere il loro coraggio e le loro competenze al servizio della comunità Misewa.

Fin dall’inizio, quando assistiamo ai tentativi della famiglia adottiva di domare Morgan e alle sue reazioni istintive, ci affezioniamo all’eroina. Per il rapporto complesso che intrattiene con “l’altro” vista la sua storia personale, ma anche per il suo cuore immenso. Poi gradualmente passiamo a fantasiacon il vento tra le foglie, poi la tempesta che irrompe e Ochek, che aspetta dall’altra parte, a Misewa.

E lì l’azione prende il sopravvento. Sì, Morgan ed Eli hanno preoccupazioni personali, ma il dramma in scena a Misewa supera ogni cosa e li costringe a decentrarsi, a concentrarsi l’uno sull’altro e sulla ricerca… durante la quale entrambi saranno portati a riconnettersi con la propria natura. La sua storia. Mentre si vive un’avventura straordinaria attraverso un mondo ghiacciato, dove l’inverno lascia poche speranze e dove gli incontri sono memorabili. David A. Robertson offre quindi una storia particolarmente equilibrata, che affascina e allo stesso tempo apre le porte a discussioni, in particolare sul nostro rapporto con la natura e le popolazioni indigene.

La storia che però terrà vivo più a lungo l’interesse di adulti e bambini dai 10 anni in su è senza dubbio Il più grande, capolavoro di Davide Morosinotto. Orfana, allevata dal proprietario di una taverna che l’ha educata con la sua frusta, l’eroina, Shi Yu, avrebbe potuto finire i suoi giorni sotto i colpi di quest’uomo. Il suo destino, però, cambia quando la sua strada incrocia quella di Li Wei e del suo maestro Peng. Rapita dai pirati del Drago d’Oro in seguito a una battaglia alla taverna, Yu usa il suo talento nell’arte marziale dell’Aria e dell’Acqua per ritagliarsi un posto nella ciurma. E così inizia la leggenda di colui che sarebbe diventato il più grande…

Respiro, emozione, scene d’azione incredibili, umanità… Il più grande, è tutto questo e altro ancora. Le 656 pagine scorrono a una velocità vertiginosa mentre Shi Yu avanza da un’avventura all’altra, ma la struttura è brillante e ogni personaggio incontrato sul percorso dell’eroina, dalla taverna al Mar Cinese, fa parte di un piano più ampio come sottotrame. si intersecano nel tempo. Potrebbe essere complicato e confuso (ci sono così tanti personaggi e avventure), ma al contrario è perfettamente padroneggiato. Sì, è difficile, ma tutti gli elementi (dagli individui dai nomi coloriti alle battaglie grandi e piccole) sono presentati in modo efficace. Ci crediamo, ci affezioniamo, odiamo, ci ribelliamo… In ogni caso, è impossibile rimanere indifferenti, soprattutto perché nessuno è al sicuro.

E, soprattutto, impossibile chiudere il libro. Perché è questo che crea la lettura di una storia emozionante: l’urgenza di continuare. Tutti dovrebbero poter provare questa sensazione man mano che crescono, soprattutto se affrontano difficoltà. È dal desiderio che nascerà la perseveranza.

Foto: © Philippe Piraux

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