A Morlaix, incoraggiata dalla nipote, Henriette Le Steun racconta in un libro la sua lotta contro la malattia

A Morlaix, incoraggiata dalla nipote, Henriette Le Steun racconta in un libro la sua lotta contro la malattia
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Quando erano bambini, durante le vacanze scolastiche, Audrey Kerwich e la sua sorellina Jill, originaria di Nantes, così come i loro cugini si incontrarono a Morlaix con la nonna Henriette Le Steun, soprannominata Gogo, e il loro nonno. “Ogni anno era felicità al bar”, ricorda Audrey Kerwich, ormai trentenne. Eravamo tutti riuniti, in giardino, al circo o in spiaggia, senza renderci conto di quanto fossimo fortunati ad avere nonni amorevoli e dinamici. »

L’attuale Vannetaise ricorda in particolare una conversazione, un pomeriggio in spiaggia, tra la sua sorellina e sua nonna: “‘Che cos’è, Gogo, tutti i buchi e gli aeroplani che hai sulla gamba? » Mia nonna rimase stupita perché, per la prima volta, uno dei suoi nipoti prestò attenzione alla sua gamba cicatrizzata. Lei rispose: “Non è niente. Quando sarai grande te lo racconterò”. » Ora è fatto, in un libro intitolato… “Les Petits Avions”. Ovviamente.

Due anni fa, Henriette Le Steun, incoraggiata da Audrey Kerwich, ha preso la penna per raccontare il suo straordinario viaggio. Figli di un mezzadro della baia di Morlaix, Henriette Le Steun e i suoi quattro fratelli e sorelle andavano a scuola e aiutavano nei lavori agricoli. Nel maggio del 1956, all’età di 8 anni, mentre giocava con gli amici del villaggio nell’antico castello di Lézireur, sentì improvvisamente “un dolore lancinante alla tibia destra mentre saliva una scala di pietra”. Per la piccola questo dolore segna l’inizio della convivenza con lo stafilococco aureo che le verrà poi diagnosticato e contro il quale conduce una battaglia spietata. “La fine della mia crescita e l’arrivo di nuovi antibiotici mi hanno permesso di seguire una parvenza di scuola e vivere la mia vita da giovane donna”, spiega.

“Io ho fatto il 50%, tocca a te fare gli altri 50”

Nel 1973, quando le fu consigliata l’amputazione della gamba, Henriette Le Steun rifiutò. Determinata, si rivolse al professor Emile Letournel, eminente chirurgo parigino originario di Saint-Pierre-et-Miquelon. Chi lo opera e apre la strada alla guarigione: “Io ho fatto il 50%, tocca a te fare gli altri 50. Siamo entrambi uniti in questa storia”, ha detto a Henriette Le Steun, prima del suo ritorno in Bretagna.

Quest’ultimo non si è mai arreso. La sua storia ripercorre i momenti salienti della sua vita, la forza del legame che lo univa al padre, che affiancò Manu come giardiniere in quel “famoso” anno 1956, per avere uno stipendio regolare e pagare le spese mediche. Questa Manu, dove Henriette Le Steun entrò nel 1975, prima di diventare istruttrice nel 1979, diventa quasi un personaggio del libro. Si parla anche del castello di Azay-Le-Rideau, dei pantaloni a zampa d’elefante o addirittura di un piccolo rosario rosso…

34 piccoli aerei

La carriera e la personalità di Henriette Le Steun le hanno permesso di incontrare persone meravigliose: il professor Letournel, ma anche Youn “il bambino ceceno, bel biondo con gli occhi azzurri”, Valérie Couteron, Éric, André e Zélinda e le “Coleenettes” . Tanti personaggi da scoprire in “Les Petits Planes”, dal nome delle tracce lasciate dalle 34 graffette poste sulla sua gamba al termine dell’operazione. Una vita coraggiosa portata dall’energia abbondante e comunicativa di una donna che, senza lamentarsi, non mancava mai di sfuggire ai suoi tormenti.

Pratico

“Les Petits Avions”, edito da Mon Autre France. Disponibile al Baiser de l’Hôtel de Ville e al Dialogues di Morlaix. Henriette Le Steun e Audrey Kerwich firmeranno il loro libro questo sabato 13 aprile 2024, dalle 10:30, a Dialogues.

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