Selezione di libri: segreti di famiglia e strane sparizioni

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Segreti di famiglia e strane sparizioni

Pubblicato oggi alle 11:46

“La fine di un mondo”, l’inizio di un altro?

Nel suo undicesimo romanzo, il catodico Xavier de Moulins – presenta “19:45” su M6 – cammina con la disinvoltura e l’intuizione di un infiltrato tra gli aristocratici squattrinati. “La fine di un mondo” inizia poco dopo la telefonata che annuncia la vendita della casa di famiglia, terra di ogni nostalgia e allo stesso tempo tomba dei segreti di un albero genealogico entrato in decadenza. Una notizia che fa impazzire Luigi al punto che abbandona i suoi figli al sonno e sceglie di fuggire! Tutti sono in allerta, dall’ex moglie al nuovo amante così gentile e comprensivo.

Il seguito si legge, si vive, al ritmo di un thriller psicologico, macina, disfa, mentre Xavier de Moulins si diverte a creare il conflitto tra i suoi personaggi devastati dalle loro storie di vita e d’amore. E… sarebbe ipocrita dire che non lo leggiamo con lo stesso piacere.

Xavier de Moulins, “La fine di un mondo”, ed. Flammarione, 288 pag.

Colore rosso sangue Chauzy

Nel 2020, a Jean-Christophe Chauzy è stata diagnosticata la mielofibrosi di livello 3, ovvero una malattia del sangue rara e molto grave: il suo midollo osseo non produce più piastrine. Prognosi vitale impegnata. È necessario tentare un trapianto. Sua sorella minore, Corinne, sarà la donatrice. Da questa prova temporaneamente superata, l’autore di “Petite nature” ha creato una graphic novel la cui copertina rosso vivo attira l’attenzione.

Il contenuto è in sintonia. Senza pathos, il designer evoca l’esperienza di vulnerabilità, di sopravvivenza, con la morte sullo sfondo perpetuo. Con inchiostro di china, acquarello, talvolta a matita, rappresenta se stesso, distorcendo la propria fisionomia secondo i suoi sentimenti. Per tradurre le sue sensazioni in immagini, trova corrispondenze visive spesso sorprendenti. Un’avventura interiore tanto raccontata quanto disegnata.

“Sangue nuovo”, Jean-Christophe Chauzy, ed. Castermann, 250 pag.

Quando un ispettore invecchia!

L’ispettore Alice Ginier è tornato per una nuova indagine sotto gli auspici di una citazione di Arletty. Durante questo nuovo caso, le cose vanno un po’ meno bene per il detective preferito della ragazza. Raffaello Guillet. La sua vita personale e professionale ha preso una svolta più difficile quando si è trovata a confrontarsi con strane sparizioni in una casa di riposo. Il regista, diarista e ossessionato dai papillon, rivolge i suoi “occhi da avvoltoio” al mondo mentre è assistito da un sulfureo medico belga. Intuiamo subito che i diabolici “angeli della morte” hanno scelto di credersi Dio per compiere la loro azione malvagia…

Questo libro mescola felicemente diverse tematiche nello spirito dei tempi, dal mobbing sul lavoro all’eutanasia, senza dimenticare i rapimenti di gatti. Si tuffa con empatia anche nel mondo degli anziani che qui non sono né “piccoli” né noiosi! Ma abbiamo bisogno del prisma dello sguardo di una badante camerunese per vedere meglio queste “venerabili persone”. Questo sfondo attuale con forti note sociali è combinato con un bellissimo ancoraggio di Losanna che porta punti di riferimento familiari nella storia per alcuni e un bel colore locale per altri. La storia, divisa in capitoli brevi, fluidi e nervosi, conduce il lettore al colpo di scena finale.

“Un retrogusto amaro”, Raphaël Guillet, ed. Favre, 260 pag.

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