La Nigeria, l’economia leader dell’Africa fino al 2022, si prepara a cambiare il metodo di calcolo del prodotto interno lordo (PIL) per includere nuove aree di attività, tra cui quelle informali, nascoste o illegali, ha annunciato l’ufficio di Statistica Nazionale (NBS). La Nigeria, che fatica a riprendersi dalla crisi seguita alla pandemia di Covid, è tornata ad essere la quarta economia africana in termini di Pil, secondo il Fondo monetario internazionale (FMI), dietro Sudafrica, Egitto e Algeria, dopo essere stata la prima prima dal 2014 al 2022.
Il nuovo metodo di calcolo, previsto nel corso dell’anno, mira a riflettere l’evoluzione delle realtà economiche e il 2019 fungerà da anno base, ha spiegato Moses Waniko, alto funzionario della NBS, durante una presentazione a Lagos. “Ci aspettiamo che la dimensione dell’economia sia maggiore”ha detto. Occorre tenere conto di nuovi settori quali l’economia digitale, la sanità, i fondi sociali, le pensioni, le raffinerie, le miniere e le cave e i singoli datori di lavoro, ma anche “che copre attività illegali e nascoste”secondo la presentazione. “Alcune attività economiche non hanno base giuridica, come la prostituzione”ha esposto il signor Waniko. Ancora, “Questi attori guadagnano un reddito e talvolta vivono meglio di quelli del settore formale. In definitiva, questi redditi hanno un impatto sull’economia formale.ha aggiunto.
L’ultima volta che la Nigeria ha rivisto il calcolo del PIL è stato nel 2014 e all’epoca questo aggregato che misurava l’attività economica e utilizzato per i confronti internazionali era aumentato dell’89%. Logicamente, la modifica del calcolo del PIL modificherà anche alcuni rapporti attentamente monitorati, come il reddito pro capite, il prelievo fiscale rispetto al PIL o il debito, che a settembre era pari al 18,5% del PIL ma potrebbe apparire meno significativo con un PIL più ampio. . La Nigeria (227 milioni di abitanti, e 410 milioni previsti nel 2050, secondo le Nazioni Unite) sta attualmente attraversando una delle peggiori crisi economiche degli ultimi decenni. È il principale produttore di petrolio dell’Africa. Tuttavia, il contributo del settore petrolifero all’economia nazionale si è ridotto, passando dal terzo al quinto posto, e soppiantato dal settore immobiliare che diventa il terzo maggior contribuente, dietro l’agricoltura e il commercio, ha indicato anche Waniko.