Ogni anno riaffiorano voci su una possibile candidatura del Marocco ai BRICS. E quest'anno non fa eccezione. Tuttavia, se nel 2023 avessi annunciato prima di tutti che la candidatura del Marocco era un falso, e che molto probabilmente si trattava di una voce sparsa da Algeri, questa volta le cose potrebbero essere leggermente diverse. Io dico “potrebbe”!
Perché, in un contesto di crisi geopolitica globale, dell’emergere di un mondo sempre più multipolare e del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, le posizioni di tutti inevitabilmente cambieranno. In questa prospettiva, il Marocco continua a sviluppare ed espandere i suoi partenariati strategici a tutto tondo e a stringere legami economici e diplomatici con Washington, Pechino e Mosca.
Quest'anno la Russia è diventata il principale fornitore di grano tenero del Marocco. Abituato ad acquistarne gran parte dalla Francia, il Marocco ha importato più di 650.000 tonnellate di grano tenero russo dal luglio 2024. Allo stesso modo, la partecipazione del Marocco alla 1a Conferenza ministeriale del Forum di partenariato Russia-Africa a Sotch, così come la L'incontro molto amichevole a margine di questo evento tra Nasser Bourita e Sergei Lavrov riflette molto chiaramente il rafforzamento delle relazioni tra i due paesi.
Per quanto riguarda la Cina, oltre allo sviluppo sempre più importante delle relazioni bilaterali nell'ultimo decennio, la visita senza preavviso di Xi Jinping in Marocco il 22 novembre e l'incontro con il principe ereditario Moulay El Hassan potrebbero suggerire che forse c'è qualcosa dietro le quinte. O no.
E se prima del recente allargamento dei BRICS i criteri di adesione erano soprattutto economici – poiché l’organizzazione voleva soprattutto riunire i paesi emergenti, dal 1° gennaio l’adesione ufficiale dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi Uniti, dell’Egitto, dell’Iran e L’Etiopia ha dato un carattere più ideologico a ciò che oggi viene chiamato BRICS+.
Perché se il personaggio emergente può in un certo senso corrispondere a paesi come l’Etiopia, l’Arabia Saudita o gli Emirati, difficilmente può essere attribuito all’Iran, la cui economia è soffocata da decenni dalle sanzioni internazionali, o all’Egitto, che è uscito dal L’ovile russo sotto Anwar el-Sadat, e che forse vorrebbe lasciare nuovamente l’ovile americano, anche se solo relativamente.
“Pertanto, i BRICS+ non cercherebbero solo di reclutare economie già emergenti, ma anche di attrarre paesi con un forte potenziale economico e soprattutto autonomi e affidabili in termini di politica, sia interna che esterna. Su questo punto il Marocco soddisfa facilmente tutte le aspettative”.
Questo nuovo orientamento potrebbe conferire ai BRICS+ un carattere antioccidentale, sollevando interrogativi sulla rilevanza di una possibile adesione del Marocco, dato che il nostro Paese si inserisce in una prospettiva di partenariati diversificati, sia con l’Occidente che con il mondo eurasiatico. Ma di fronte a questa possibile deriva o direzione, un paese, e non ultimo, assicura che i BRICS+ rimangano uno spazio di cooperazione e sostegno, senza alcun carattere ideologico, e ancor meno antioccidentale. Questa è l'India. Ricordiamo che, durante l’ultimo vertice di Kazan in Russia, il primo ministro indiano Narendra Modi ha affermato chiaramente, durante un incontro a margine del vertice con Vladimir Putin, che non si tratta affatto che i BRICS diventino un’organizzazione antioccidentale. Nuova Delhi, infatti, non intende negarsi prospettive strategiche con il mondo occidentale. Anche il Marocco.
Ma se il carattere ideologico non è ancora efficace a livello BRICS+, che dire dei criteri economici specifici dei paesi emergenti? Il Marocco li soddisfa? Purtroppo no, secondo il nostro tasso di crescita economica da anni.
Su quali basi verrà dunque giudicata la possibile adesione del Marocco? Forse sulle potenzialità di sviluppo del nostro Paese, ancora in gran parte inespresse, ma soprattutto sulla base della sua autonomia strategica e della costanza della sua diplomazia.
Pertanto, i BRICS+ cercherebbero non solo di reclutare economie già emergenti, ma anche di attrarre paesi con un forte potenziale economico e soprattutto autonomi e affidabili in termini di politica, sia interna che esterna. Su questo punto il Marocco ha tutte le carte in regola.
Ultima domanda, ma non meno importante: il Marocco è interessato all’adesione? Ufficialmente lo Stato marocchino tace su questo tema, quasi a voler meglio preservare le proprie carte in un futuro sempre più incerto. Il fatto che il Marocco non confuti questa ipotesi implica che la veda, potenzialmente, come una possibilità interessante che non dovrebbe essere scartata a priori.
Quanto alla recente dichiarazione del consigliere per gli affari internazionali del presidente russo, secondo cui il Marocco sarebbe interessato ad aderire al club BRICS+, c'è molto da dire. Da un lato, l’affermazione non è stata fatta né da Vladimir Putin né da Sergei Lavrov, ma da un semplice consigliere che, da questo punto di vista, non si impegna né riflette una posizione ufficiale del suo Paese. Pertanto, questo potrebbe essere un mezzo di comunicazione per promuovere i BRICS+ in un contesto di stallo con l’Occidente, invocando diversi paesi, senza avere la loro opinione ufficiale. Oppure il Marocco sta sondando il terreno inviando segnali positivi attraverso i canali diplomatici, senza assumere un impegno ufficiale. Il tempo ci dirà quale delle due ipotesi è quella corretta.