Siria: Bashar al-Assad parla per la prima volta dalla sua caduta

Siria: Bashar al-Assad parla per la prima volta dalla sua caduta
Siria: Bashar al-Assad parla per la prima volta dalla sua caduta
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In un messaggio pubblicato questo lunedì sull’ex account Telegram della presidenza siriana, il presidente deposto afferma in particolare che la Russia ha richiesto la sua “evacuazione”, che non è stata “premeditata” e che il paese è ora “nelle mani dei terroristi”. .

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Dopo la caduta del suo regime, Bashar al-Assad trovò rifugio in un paese alleato, la Russia. Sebbene non avesse parlato dalla sua partenza, lunedì ha pubblicato una dichiarazione sull’account Telegram dell’ex presidenza siriana.

In questo comunicato stampa smentisce la storia della sua fuga in Russia dopo la sua caduta.

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“La mia partenza dalla Siria non era prevista e non è avvenuta durante le ultime ore della battaglia, contrariamente a quanto affermato da alcune persone. […] Al contrario, rimasi a Damasco, compiendo il mio dovere fino all’alba di domenica 8 dicembre”, spiega.

Afferma poi di aver lasciato Damasco per Latakia e la base militare russa di Hmeimim.

“Mentre la base era sotto un intenso fuoco di droni, senza alcuna possibilità di lasciarla, Mosca ha chiesto ai comandanti di organizzare un’immediata evacuazione in Russia la sera di domenica 8 dicembre”.prosegue, affermando, inoltre, che la Siria ormai è caduta “nelle mani del terrorismo”.

Dapprima caute, le potenze straniere ora moltiplica i contatti con il nuovo potere di Damasco.

Ribelli, membri di un’organizzazione islamista, l’HTC, che tuttavia è classificata “terrorista” da diversi Paesi e soggetta a sanzioni europee. Nel 2017, gli Stati Uniti hanno annunciato una taglia di 10 milioni di dollari sulla testa del loro leader, Abu Mohammed al-Joulani.

Un alto rappresentante dell’UE è atteso nella capitale siriana per incontrare i nuovi leader.

Domenica il Quai d’Orsay ha confermato l’invio di diplomatici francesi in Siria martedì. L’inviato speciale dell’Onu in Siria è già arrivato a Damasco.

Il capo della diplomazia inglese David Lammy ha confermato che Londra ha già stabilito i contatti con i nuovi padroni della Siria. Proprio come gli Stati Uniti, che specificano di voler localizzare anche Austin Tice, giornalista americano rapito in Siria nel 2012.

Quanto alla Turchia, che ha sostenuto i ribelli, ha già riaperto sabato la sua ambasciata a Damasco, dopo più di 10 anni di chiusura.

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