Su larga scala
“L’anno 2024 è iniziato con El Niño ed è sulla buona strada per diventare l’anno più caldo mai registrato”, osserva il segretario generale dell’OMM Celeste Saulo in un comunicato stampa. «Anche se si verificasse il fenomeno La Niña, noto per raffreddare temporaneamente il clima, non basterebbe a controbilanciare il riscaldamento indotto dai livelli record di gas serra, la cui specificità è quella di intrappolare il calore nell’atmosfera», commenta.
Lo scorso giugno: Secondo l’OMM il pianeta si sta pericolosamente avvicinando alla soglia dei +1,5°C di riscaldamento
Successivamente, per il periodo febbraio-aprile 2025, il ritorno a condizioni neutre costituisce “lo scenario preferito”, con una probabilità anche del 55%. In generale, La Niña produce variazioni climatiche su larga scala opposte a quelle associate a El Niño.
Il fenomeno corrisponde al raffreddamento su larga scala delle acque superficiali nel Pacifico equatoriale centrale e orientale, associato alle variazioni della circolazione atmosferica tropicale, ad esempio venti, pressione e precipitazioni, spiega l’OMM.
“Un nuovo standard”
L’OMM ricorda che i fenomeni climatici di origine naturale, come La Niña ed El Niño, si inseriscono in “un contesto più ampio di cambiamento climatico” legato alle attività umane, “che provoca l’innalzamento della temperatura globale, accentua condizioni meteorologiche e climatiche estreme e cambiamenti andamento stagionale delle precipitazioni e delle temperature.
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Pertanto, sottolinea la Saulo, “nonostante l’assenza di condizioni di El Niño o La Niña da maggio, abbiamo assistito a una serie straordinaria di fenomeni meteorologici estremi, tra cui precipitazioni record e inondazioni che purtroppo sono diventate la nuova normalità nel contesto del cambiamento climatico. .