Ad Aleppo presa dai ribelli, una “liberazione” tra ricongiungimenti emotivi e paura di ritorsioni

Pubblicato il 2 dicembre 2024 alle 08:19. / Modificato il 2 dicembre 2024 alle 08:22.

4 minuti. lettura

Posa in piedi, orgoglioso e sorridente sul tetto di casa sua. “Dopo cinque anni di vagabondaggio, torno a casa mia a Saraqeb”, scrive Fouad Basbous sopra la foto pubblicata sabato mattina sul suo profilo Facebook. La sua città nella regione di Idlib, situata su un asse strategico dell’autostrada Damasco-Aleppo, è stata appena “liberata di nuovo” dall’offensiva dei gruppi ribelli islamici e alleati nel nord-ovest della Siria. “Con mia madre, mia moglie e mia figlia Maria, di 4 anni, ci siamo spostati più volte negli ultimi cinque anni, da un luogo all’altro del territorio controllato dall’opposizione. Le condizioni erano spesso difficili nonostante i soldi che avevo risparmiato, perché i prezzi degli affitti aumentavano vertiginosamente con l’afflusso di rifugiati nella regione”, ha raccontato domenica 1 dicembre l’ex giornalista attivista.

Riconquistata dal regime nel 2019, durante la campagna di riconquista sostenuta dall’esercito russo, Saraqeb è rimasta sotto il controllo dell’opposizione tra il 2012 e il 2019. “Sono stato minacciato tanto dalle forze del regime quanto dalla gente del Fronte Al-Nusra che mi ha arrestato quando estesero il loro dominio sulla regione di Idlib”, ricorda Fouad. Il gruppo jihadista Al-Nusra si è poi trasformato in Hayat Tahrir al-Sham (HTS), oggi a capo dell’offensiva di “riliberazione”., come lo chiamava il trentenne.

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