La Spagna rifiuta di concedere l’amnistia a Carles Puigdemont

La Spagna rifiuta di concedere l’amnistia a Carles Puigdemont
La Spagna rifiuta di concedere l’amnistia a Carles Puigdemont
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La giustizia rifiuta di concedere l’amnistia al leader indipendentista Carles Puigdemont

La Suprema Corte mantiene il mandato d’arresto nei confronti del catalano, perché il reato di appropriazione indebita, di cui è accusato, resta fuori dall’amnistia.

Pubblicato oggi alle 13:57

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La Corte Suprema spagnola, il più alto organo giudiziario del Paese, ha rifiutato di concedere l’amnistia al leader indipendentista Carles Puigdemont, in esilio dopo il fallito tentativo di secessione della Catalogna nel 2017, e ha mantenuto il mandato di arresto nei suoi confronti.

Il giudice Pablo LLaena “ha emesso oggi (lunedì) una sentenza in cui dichiara l’amnistia non applicabile al reato di appropriazione indebita nel caso contro l’ex presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont”, ha indicato la corte nella sua decisione, resa pubblica lunedì , precisando che il mandato d’arresto nei suoi confronti restava pertanto in vigore.

Tale decisione è impugnabile entro tre giorni dalla notifica alle parti, precisa il documento.

Legge sull’amnistia

Il 30 maggio, il parlamento spagnolo ha adottato una legge di amnistia per i separatisti catalani, il prezzo che il primo ministro socialista Pedro Sánchez ha dovuto pagare per tornare al potere a novembre grazie al sostegno dei due partiti separatisti catalani, che in cambio hanno preteso questa misura . La legge è stata promulgata l’11 giugno.

L’obiettivo dei legislatori era che i tribunali iniziassero immediatamente a cancellare i mandati di arresto nei confronti dei separatisti fuggiti all’estero e che tali cancellazioni restassero valide in attesa dell’esame dei ricorsi presentati contro la legge, un processo che potrebbe richiedere mesi o addirittura anni.

Ma con più di 400 persone processate o condannate per reati legati al tentativo di indipendenza della Catalogna del 2017 o agli eventi che lo hanno seguito o preceduto, il compito si preannuncia difficile per i tribunali, che devono decidere caso per caso.

Questa legge doveva consentire il ritorno dei separatisti ancora in esilio, primo fra tutti Carles Puigdemont, presidente del governo regionale catalano durante gli avvenimenti del 2017, che da allora vive in esilio in Belgio per sfuggire a procedimenti giudiziari.

Due eccezioni nella legge sull’amnistia

Incriminato per reati di appropriazione indebita, disobbedienza e terrorismo, il signor Puigdemont, che è oggetto di un mandato d’arresto dagli eventi del 2017, sperava di poter tornare rapidamente in Spagna dopo la promulgazione della legge.

Il giudice LLarena ha ritenuto che la legge sull’amnistia si applica sì al reato di disobbedienza, ma che, d’altro canto, «il comportamento» imputato al signor Puigdemont e ad altri due separatisti «corrisponde pienamente alle due eccezioni previste dalla legge» con riguardo al reato di peculato.

Concretamente, il magistrato ha concluso che c’era una volontà da parte del signor Puigdemont di ottenere un vantaggio personale, nonché un impatto sugli interessi finanziari dell’Unione europea, il che rende ai loro occhi l’amnistia inapplicabile.

Pertanto, il mandato d’arresto “viene mantenuto solo per il reato di appropriazione indebita, non per quello di disobbedienza”, si legge nel documento.

Il reato di terrorismo di cui è accusato anche il signor Puigdemont in un caso separato non viene affrontato in questa sentenza.

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